La minaccia di Toto Wolff: «Con questo budget cap, dovremo togliere la fornitura motori a uno dei tre team»

Nella foto, Wolff con Brown della McLaren
Forse è soltanto una provocazione, un messaggio lanciato a Liberty Media e FIA che stanno innervosendo non poco Mercedes e Red Bull per quanto concerne il budget cap, che...

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Forse è soltanto una provocazione, un messaggio lanciato a Liberty Media e FIA che stanno innervosendo non poco Mercedes e Red Bull per quanto concerne il budget cap, che non pare venga rivisto verso l'alto nonostante l'inflazione galoppante. Tutto è aumentato in F1, i costi sono sempre più elevati, ma il budget cap al momento non è stato ritoccato. Così, il team principal Mercedes, Toto Wolff, se ne è uscito con questa affermazione: “Sfortunatamente, il business di fornire i motori ad altri team non è più interessante come una volta, perché la FIA ha imposto un prezzo limite per proteggere le piccole scuderie. Piuttosto che avere sei auto clienti, in futuro preferirei che ci potessimo spingere oltre nello sviluppo, assemblando al contempo due power unit in meno. Tagliare un cliente significa produrre anche molti meno ricambi e, in un mondo ideale, sarebbe perfetto avere soltanto due team da fornire, alleggerendo un po’ il carico”.



Quali sono i team clienti della Mercedes? Aston Martin, McLaren e Williams, che ora iniziano a tremare e magari a guardarsi attorno. La McLaren del resto, potrebbe rientrare in futuro nel progetto del Gruppo Volkswagen, pronta a entrare in F1 nel 2026 come motorista attraverso due marchi quanto mai prestigiosi come Audi e Porsche. Ricordiamo che nell'attuale mondiale, Ferrari cede i propri propulsori a Sauber Alfa Romeo ed Haas, mentre la Honda (ex) continua ad essere legata a Red Bull ed Alpha Tauri. L'unica a non cedere le proprie power unit, più che altro perché non più richieste, è la Renault che spinge soltanto le proprie monoposto Alpine. Wolff ha dunque lanciato l'allarme con un messaggio chiarissimo. Chissà se è stato raccolto da Liberty Media e dalla FIA. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero