Migliora l'aria delle città: in calo l'uso dell'auto, ma anche dei mezzi pubblici

Traffico intenso in città
ROMA - Restano situazioni critiche, come a Torino dove le polveri sottili hanno sforato i limiti per 126 giorni nel solo 2013, ma l'aria che si respira nelle città italiane...

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ROMA - Restano situazioni critiche, come a Torino dove le polveri sottili hanno sforato i limiti per 126 giorni nel solo 2013, ma l'aria che si respira nelle città italiane sta migliorando, anche grazie a iniziative come bike e car sharing che “contagiano” sempre più centri.


A certificarlo è il rapporto dell'Istat sulla qualità dell'ambiente urbano, che però continua a registrare anche un calo per il trasporto pubblico, che è sempre meno visto come alternativa sostenibile all'auto. Secondo l'istituto nel 2013 si riducono i tassi di motorizzazione nei capoluoghi di provincia: 613,2 autovetture e 132,7 motocicli ogni mille abitanti (rispettivamente -0,9 e -0,6% nel confronto con il 2012). Continuano a crescere le quote di autovetture euro 4 o superiori e motocicli euro 3 (i veicoli meno inquinanti) che rappresentano rispettivamente il 53 e il 37,8% del parco circolante nei capoluoghi. Nel Mezzogiorno però solo il 42% delle auto è in classe euro 4 o superiore, e questo si riflette ad esempio in un peggioramento dell'aria in Campania, dove i capoluoghi che superano i limiti sono passati in un anno da 2 a 4.

Complessivamente le città sono meno soffocate dalle auto. «La densità veicolare - spiega l'Istat - scende da 721,7 a 715,3 veicoli per km2 di superficie comunale». In questa classifica prevalgono Napoli (6.033,6 veicoli/km2), Torino (5.363,9) e Milano (5.205,0), mentre le densità più basse (meno di 100 veicoli per km2) su trovano a Enna e, in Sardegna, a Tempio Pausania, Lanusei, Sanluri, Villacidro e Iglesias. L'alternativa alle due o quattro ruote private, rileva il rapporto, non è però l'autobus, con il numero di passeggeri del trasporto pubblico che è diminuito nell'insieme dei capoluoghi del 4,3%.


«Si diffondono le iniziative a favore della mobilità sostenibile - scrive l'Istat - cresce l'offerta di car sharing, presente in 23 città (soprattutto al Nord) e quella di bike sharing, attivato in 66 città. Dei 116 capoluoghi, 36 dispongono di almeno 34 km di piste ciclabili». Nonostante i numeri positivi restano molte le città con livelli di polveri sottili troppo elevati. La “top ten” dei capoluoghi con più sforamenti dei limiti stilata dall'istituto di statistica vede al primo posto appunto Torino, con 126 sforamenti, seguita da Napoli (120), Frosinone (112), Alessandria (92), Salerno (90), Vercelli (86), Brescia (83), Milano (81), Parma (80), Asti e Verona (79).


«Sono 7 le grandi città dove non si verificano superamenti per un numero di giorni superiore alla soglia fissata a tutela della salute umana - sottolinea l'Istat - Genova, Trieste, Bari, Taranto, Palermo, Catania e Cagliari». La mappa dei capoluoghi dove si è sforata la media annua per le polveri ammessa dalla legge invece vede le situazioni peggiori concentrate al nord, con la sola eccezione di Benevento. La media più alta, 35 ppm, è stata registrata dalle centraline di Milano, seguita da Monza e Brescia con 31, Benevento con 30, Torino (29), Cremona, Mantova e Padova (28) e Vicenza e Venezia con 27. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero