Schumacher cade, lentamente, in secondo piano. Ieri sera, è spuntato l'ultimo testimone, forse quello decisivo per stabilire come sia andata davvero su quel fuoripista...
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Il comunicato. La procura di Albertville ha chiesto allo steward di mettersi in contatto per mostrare il video, che «potrebbe rivelarsi molto importante». Potrebbero parlare anche le immagini registrate dalla videocamera portatile Go-Pro che Schumacher aveva sul casco. Ieri, la portavoce della famiglia Schumacher ha negato che la famiglia volesse tenere nascosta la videocamera agli inquirenti, che hanno potuto recuperarla soltanto cinque giorni dopo l'incidente. «Non è vero - ha scritto Sabine Kehm in un comunicato- che la famiglia ha consegnato la videocamera agli inquirenti contro la sua volontà. Per la famiglia, conta solo la salute di Michael».
Ma in gioco a Grenoble, oltre alla vita del campione, ci sono anche le grosse somme legate alle compagnie di assicurazioni. Cruciali saranno le conclusioni dell'inchiesta della procura di Albertville che dovrebbero arrivare «molto presto».
Gli interrogativi. Oltre alla velocità di Schumacher al momento dell'impatto, interrogativi restano sul materiale. Era difettoso, come ipotizza il quotidiano Bild, che evoca un problema negli attacchi degli sci che non si sarebbero aperti nella caduta? Il fuoripista non avrebbe dovuto essere chiuso, viste le troppo numerose pietre, coperte appena dalla neve fresca? Fino ad ora procura e direzione della stazione sciistica sembravano attribuire le conseguenze drammatiche della caduta all'eccessiva velocità. Il nuovo video potrebbe smentirli. La famiglia ha sostenuto fin dall'inizio che non era possibile: «non andava veloce perché aveva appena aiutato la figlia di un amico che era caduta». Gli inquirenti assicurano di avere in mano quasi tutti gli elementi necessari per stabilire la verità e che informeranno prima di tutti la famiglia. Sabato hanno parlato anche con Mick, il figlio quattordicenne di Schumacher che sciava con lui al momento dell'incidente. Accanto a lui, in ospedale, ieri è arrivato anche il nonno Rolf. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero