Mercedes pioniera nei crash-test a raggi X. Una tecnologia per migliorare le auto del futuro

presso l’impianto di ricerca EMI di Friburgo, una Classe C con un manichino SID II dall’anatomia femminile seduto sul lato del guidatore, viene centrata da un elemento laterale, simulando un urto a 60 km/h.
L’evoluzione della sicurezza per Mercedes-Benz passa anche attraverso il primo incidente al mondo analizzato a raggi X ed eseguito utilizzando un’ auto vera. Nello...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L’evoluzione della sicurezza per Mercedes-Benz passa anche attraverso il primo incidente al mondo analizzato a raggi X ed eseguito utilizzando un’ auto vera. Nello specifico, presso l’impianto di ricerca EMI di Friburgo, una Classe C con un manichino SID II dall’anatomia femminile seduto sul lato del guidatore, viene centrata da un elemento laterale, simulando un urto a 60 km/h.

L’esperimento ha dimostrato che la tecnologia a raggi X ad alta velocità può essere utilizzata per visualizzare processi di deformazione interna altamente dinamici, al punto che le deformazioni precedentemente invisibili, e i loro esatti processi, diventano trasparenti, e le tante immagini ad alta risoluzione consentono un’analisi precisa. Come ha riferito Markus Schäfer, membro del consiglio di amministrazione di Mercedes-Benz group AG, e chief technology officer, questo incidente a raggi x rappresenta una pietra miliare per il futuro, perché attraverso un’analisi più approfondita, consente di migliorare la sicurezza dei veicoli. D’altra parte, con questa tecnologia si possono avere fino a 1.000 immagini al secondo: circa 1.000 volte più di quanto si possa ottenere con le procedure convenzionali.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero