Mercato auto, vendite in salita in Italia: -7,5% a gennaio. Quelle a benzina superano le diesel: prima volta dal 2003

Mercato auto, vendite in salita in Italia: -7,5% a gennaio. Quelle a benzina superano le diesel: prima volta dal 2003
 TORINO - Parte con il segno meno il mercato dell’ auto del 2019. in italia, nel mese di gennaio 2019 sono state immatricolate 164.864 vetture, in calo del 7,55%...

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 TORINO - Parte con il segno meno il mercato dell’ auto del 2019. in italia, nel mese di gennaio 2019 sono state immatricolate 164.864 vetture, in calo del 7,55% rispetto a gennaio 2018, quando erano state immatricolate 178.326 unità. Nel mese precedente (dicembre 2018), invece, il mercato aveva mostrato una leggera ripresa, mettendo a segno un +1,96% rispetto allo stesso mese del 2017. Il 2018, comunque si era chiuso con un dato complessivo in rosso. Lo rende noto il ministero dei Trasporti, diffondendo i dati della Motorizzazione. Nello stesso periodo di gennaio 2019 sono stati registrati 377.787 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -3,69% rispetto a gennaio 2018, durante il quale ne furono registrati 392.268 (nel mese di dicembre 2018 sono stati invece registrati 337.269 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di 5,23% rispetto a dicembre 2017, durante il quale ne furono registrati 355.863).


Nel mese di gennaio 2019 il volume globale delle vendite (542.651 autovetture) ha dunque interessato per il 30,38% auto nuove e per il 69,62% auto usate. Il gruppo Fca ha immatricolato a gennaio 39.773 vetture in Italia, con un calo del 21,64% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. La quota scende dal 28,46 al 24,12% (-4,34%). «Guardando alle prospettive di medio termine, considerando che gli effetti del bonus-malus non sono a oggi prevedibili, secondo le ultime stime del nostro Centro Studi e Statistiche, il deciso rallentamento della domanda interna peserà anche sugli acquisti di autovetture e il mercato nel 2019 proseguirà su un trend di ridimensionamento, come anticipato e in linea con quanto osservato nel 2018».

Lo afferma Michele Crisci, presidente dell’Unrae, l’associazione delle case automobilistiche estere. «L’anno - prosegue Crisci - dovrebbe chiudersi in ulteriore flessione dell’1,1% a 1.888.500 unità, oltre 21.000 in meno delle 1.910.000 del 2018. Il contesto economico in peggioramento contrasterà con lo stimolo che negli auspici del Governo dovrebbe venire dal bonus previsto per le vetture fino a 70 g/km di CO2. L’effetto del bonus-malus dovrebbe essere più di sostituzione che di vendite aggiuntive, data la crescente incertezza generale e considerati gli effetti negativi, anche psicologici, su tutti i potenziali clienti di vetture a più alti consumi. Gli impatti sul mercato comunque saranno tutti da verificare».

Alle condizioni attuali, nel biennio successivo - secondo l’Unrae - il mercato auto potrà tornare in territorio positivo ma con incrementi marginali intorno all’1% e mantenendo comunque le immatricolazioni di auto di poco sopra 1.900.000 unità, rispettivamente 1.910.000 nel 2020 e 1.928.000 nel 2021.«Gennaio 2019 si confronta con un gennaio 2018 che aveva registrato, per questo mese, i volumi più alti dal 2010». Lo rileva Paolo Scudieri, presidente dell’Anfia. «Per la prima volta da settembre 2003 - osserva - le autovetture diesel, in calo del 31% e con una quota del 41% del totale immatricolato, perdono la leadership di mercato a favore delle auto a benzina, che rappresentano il 45% del mercato e, nel mese, registrano un aumento del 28%. Oltre alla benzina, crescono anche le alimentazioni alternative (+3,5% e una quota del 13,7%), con la sola eccezione del metano.


La progressiva contrazione delle vendite di auto diesel, sulla scia di quanto accaduto negli altri maggiori mercati europei, sta cambiando il mix delle alimentazioni. La campagna di demonizzazione del diesel tout court e i provvedimenti di limitazione del traffico nei centri urbani, con la penalizzazione di alcune tecnologie rispetto ad altre, sono tra le principali cause. L’anno si apre quindi in maniera non ottimale, sia per la situazione economica non favorevole, sia per le preoccupazioni legate all’entrata in vigore, a partire da marzo, del bonus-malus». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero