Mercato auto italiano non riparte: in calo sul 2019, pesa fine incentivi. Balzo apparente in aprile. Settore chiede il rinnovo degli aiuti

Un parco auto
TORINO - Il mercato italiano dell’auto registra un’apparente crescita nel mese di aprile dovuta al confronto con il periodo di lockdown del 2020, ma frena rispetto al...

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TORINO - Il mercato italiano dell’auto registra un’apparente crescita nel mese di aprile dovuta al confronto con il periodo di lockdown del 2020, ma frena rispetto al 2019. Nel mese le immatricolazioni sono state 145.033, con un balzo del 3.276,8% sullo stesso mese del 2020, quando le auto consegnate erano state soltanto 4.295. Rispetto al mese di aprile del 2019 si registra invece una flessione del 17,1%. Nei primi quattro mesi dell’anno il totale delle immatricolazioni è 592.181, il 68,4% in più dell’analogo periodo dell’anno scorso (-16,9% rispetto al primo quadrimestre 2019). Il gruppo Stellantis ha una quota del 40,3% del mercato. A impedire un vero tracollo c’è la coda degli incentivi per le vetture più richieste, quelle con emissioni di CO2 da 61 a 135 gr/km, con lo stanziamento di 13 milioni ulteriori. La spinta degli incentivi prenotati prima dell’esaurimento dei fondi dovrebbe continuare per la prima metà di maggio.

A partire dalla seconda quindicina di questo mese, secondo il Centro Studi Promotor, «per il mercato dell’ auto si aprirà una crisi ben più severa di quella del primo quadrimestre di quest’anno che potrebbe portare il 2021 a chiudere anche molto al di sotto del risultato catastrofico del 2020 (1.381.646), anno in cui le immatricolazioni tornarono ai livelli di 50 anni fa. Un ulteriore calo su questi livelli aprirebbe uno scenario catastrofico per il mercato italiano dell’ auto che potrebbe precipitare addirittura sui livelli degli anni ‘60 del secolo scorso con tutto quello che ne consegue anche per il PIl del Paese su cui l’incidenza dell’ auto e del suo indotto tocca il 12,5%». È quindi necessario, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, che «il Governo disponga, senza ulteriori indugi il rifinanziamento degli incentivi previsti dalla legge di Bilancio per il 2021 senza aspettare il Pnrr perché i tempi sarebbero troppo lunghi e perché il Pnrr praticamente ignora l’automobile».

Per il presidente dell’Unrae, Michele Crisci, «in assenza del rifinanziamento degli incentivi, nel prosieguo dell’anno, potrebbero essere a rischio ben oltre 300.000 immatricolazioni». Anche il presidente dell’Anfia, Paolo Scudieri, sottolinea che «la priorità, in questo momento, è quindi il rifinanziamento delle misure di sostegno alla domanda di autovetture, ma anche di veicoli commerciali leggeri, misure che si ripagano da sole in tempi brevi». Le immatricolazioni di auto ad alimentazione alternativa - secondo i dati Anfia - raggiungono quota 45,4% ad aprile 2021 e 42,6% nel primo quadrimestre. 

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Il Messaggero