Mercato auto ancora in retro in Germania, il peggior agosto (-23%) da 30 anni a questa parte. Elettrificate super incentivate

La Polestar 2, un modello che sta permettendo un'escalation di vendite del brand premium svedese in Germania
BERLINO – Il mercato dell'auto della Germania stenta a riprendersi e più passano i mesi e più si avvicina ai livelli del difficile 2020. Con il -23%...

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BERLINO – Il mercato dell'auto della Germania stenta a riprendersi e più passano i mesi e più si avvicina ai livelli del difficile 2020. Con il -23% contabilizzato in agosto, il bilancio dei primi 8 mesi è positivo di appena il 2,5% a poco meno di 1,821 milioni di unità immatricolate. Lo scorso mese ne sono state consegnate 193.307 con un calo più significativo del canale privati (-25,3%). Per trovare un agosto peggiore occorre tornare indietro di 30 anni, al 1991.

Da luglio nel paese circola oltre un milione di auto elettrificate, un obiettivo modificato (si parlava di auto elettriche) e raggiunto comunque in ritardo (la cancelliera Angela Merkel aveva indicato il 2020 come scadenza). Un risultato che ha migliorato il bilancio delle emissioni di CO2, che in agosto sono scese di un altro 18,2% a 114,6 g/km per la flotta di nuova registrazione. Ai contribuenti questa politica è costata parecchio: ogni auto a zero emissioni, tra incentivi, riduzioni di tasse e altre agevolazioni, beneficia tra i 15.000 e i 20.000 euro di fondi pubblici (almeno il doppio rispetto a quanto lo Stato investe all'anno per la formazione di un giovane), a seconda della classe di appartenenza (il calcolo è dell'ufficio studi della Deutsche Bank).

In agosto la quota delle auto a benzina si è assestata al 35,5% (-41,8%), quella del diesel è scesa al 17,7% (-50,8%). Le ibride hanno totalizzato il 31,4% dei volumi (+31,5%) con un 12,7% ascrivibile alle plug-in. Le elettriche pure hanno sfiorato il 15% di penetrazione (+79,5%). Fra i singoli marchi, solo cinque hanno chiuso in attivo il mese. Si tratta di Suzuki (+37,2%), Tesla (+33,9%), Mazda (+19,3%), Opel (+7,9%) e Ssangyong (+0,5%). I costruttori nazionali, fatta eccezione per la casa del Fulmine che ha appena presentato la nuova Astra, hanno ceduto in maniera significativa, tra il -12,4% di audi e il -50% di Mercedes. Nonostante la flessione delle vendite, in parte legata anche alla carenza di semiconduttori, i costruttori annunciano orgogliosamente utili più importanti: un dato paradossale che ha una logica economica, ma che appare socialmente iniquo. Jeep è il marchio che ha perso più terreno in agosto, -59,1%.

Lo scorso mese il solo segmento in progressione è stato quello delle utilitarie, che ha guadagnato il 18%, ma che vale il 7% del mercato. Con il 27,2% di quota e nonostante una contrazione dell'8,4%, quella dei Suv si è confermata la classe di riferimento. Da inizio anno la maggior parte dei marchi resta sopra la parità con 9 brand cresciuti in addirittura in doppia cifra. Polestar, il marchio elettrificato di Volvo, è lievitato del 370% seppur con 172 unità consegnate, seguito da Smart (+145%) con 816 auto targate e da Tesla (+121,6%) con 3.810, pari ad una quota del 2%. Alfa Romeo è sesta a +21,4% (235). Anche Fiat è positiva a +4,3% con poco meno di 59.000 veicoli registrati.

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Il Messaggero