Mazda illustra il piano "Zoom Zoom 2030": focus sul design e sull'evoluzione dei motori Skyactiv

Lo stile del Kodo Design di Mazda si esprime al massimo livello nella Vision Coupè concept
PORTO - La terra, un pianeta sano e rigoglioso in cui auto e persone possano coesistere. L’azienda capace di fornire di una mobilità sicura e priva di restrizioni. Il...

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PORTO - La terra, un pianeta sano e rigoglioso in cui auto e persone possano coesistere. L’azienda capace di fornire di una mobilità sicura e priva di restrizioni. Il cliente, pensando al suo benessere mentale secondo il concetto “Jnba Ittai”, per realizzare tra lui e l’auto la stessa sintonia che esiste tra un cavaliere e il suo destriero.

Sono i tre pilastri della visione a lungo termine di Mazda, che nel piano ““Sustainable zoom zoom 2030” offre l’ennesima prova di una sensibilità anche sociale partita da quel lontano 6 agosto 1945 quando le sue fabbriche, protette da una provvidenziale collina, furono messe a disposizione, come centro di raccolta e assistenza, degli scampati all’olocausto nucleare di Hiroshima.

Uno spirito che ha fatto di Mazda un caso unico nel panorama automobilistico, orgogliosamente autonomo e spesso controcorrente, come mostrano i contenuti stilistici che – per l’elegante ed essenziale fluidità delle linee – ne fanno il meno giapponese tra i costruttori del Sol Levante. Il linguaggio stilistico “Kodo design” si propone di “infondere la vita all’auto” e con alcune affascinanti concept car - la filante Mazda Vision Coupé, elegante quattro porte di dimensioni importanti, e la Kai (Pioniere) che apre una finestra sulla futura e rivoluzionaria Mazda 3 – ha anticipato la sua prossima evoluzione.

Ma è soprattutto sul piano tecnico che il costruttore giapponese evidenzia la sua unicità. Si punta sul downsizing per contenere consumi ed emissioni? Mazda rivendica orgogliosamente di fare il “right sizing”. Tutti giocano la carta delle propulsioni alternative? Hiroshima si concentra sul miglioramento delle soluzioni già esistenti, nella convinzione che per almeno vent’anni i motori a combustione interna continueranno a dominare la scena della mobilità individuale. Il risultato di questa filosofia chiama Skyactiv, il fiore all’occhiello della ricerca Mazda lanciato nel 2007 e basato sull’ottimizzazione della componentistica – motori e benzina e diesel, cambi, chassis e piattaforme – per sviluppare vetture più rispettose dell’ambiente ma non meno piacevoli da guidare. Il prossimo step di questa “rivoluzione nella conservazione” si chiama Skyactiv X e individua un motore a benzina di nuova generazione, un gioiello di creatività ingegneristica che non a caso gli specialisti di “Quattroruote” hanno proclamato Innovazione dell’anno. L’acronimo Spcci (accensione per compressione controllata da candela) rappresenta un significativo passo avanti verso la combustione interna ideale, un motore che assomma i vantaggi della propulsione a benzina (erogazione ai regimi elevati e pulizia delle emissioni allo scarico) e diesel (superiore risposta iniziale e consumi più ridotti).

Questa innovazione che debutta l’anno prossimo con la nuova Mazda 3 aumenta del 20-30% i valori di potenzia e coppia espressi dall’attuale Skiactiv-G a benzina, riducendo nel contempo del 20% i consumi e portando al 50% l’abbattimento delle emissioni di CO2 rispetto al dato del 2010. Un ottimo viatico verso il traguardo del 90% che Mazda si è data per il 2050, seppur attraverso soluzioni ancora tutte da studiare.


Per questo a Hiroshima non viene trascurata la ricerca sull’elettrico puro, grazie anche all’accordo con Toyota che mette e disposizione la sua competenza nel campo delle batterie allo stato solido e delle fuel cell. Pur avendo già una precisa road map – nel 2019 è attesa la prima Mazda EV con generazione elettrica affidata a un motore rotativo, seguita due anni dopo dalla prima ibrida plug-in – almeno fino al 2035 il costruttore giapponese è deciso a puntare sulla combustione interna, anche ibrida almeno nei mercati dove i clienti sono disposti a pagare l’elettrificazione (e/o gli Stati a sostenerla), con l’obiettivo di realizzare il più efficiente motore termico del mondo, in grado di eguagliare o di superare le emissioni di una vettura elettrica pura, calcolate nel ciclo completo di produzione dell’energia elettrica (Well-to-wheel, cioè dal pozzo alla ruota). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero