Maserati Multi70, nuova sfida per il trimarano timonato da Soldini: 13.000 miglia da Hong Kong a Londra

Il trimarano Maserati Multi70
MODENA - Maserati è ormai un marchio globale, e allora è quasi un obbligo intensificare gli sforzi per promuovere l’immagine dello storico tridente modenese da...

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MODENA - Maserati è ormai un marchio globale, e allora è quasi un obbligo intensificare gli sforzi per promuovere l’immagine dello storico tridente modenese da un capo all’altro del mondo. Operazione affidata non solo all’export e alla rete di vendita sempre più capillare, con Usa e Cina in primissimo piano, ma anche a iniziative coraggiose, di grande visibilità, come quelle del Maserati Multi70, trimarano hi-tech capitanato da Giovanni Soldini, ex navigatore solitario ora a capo di un equipaggio che gira il mondo spingendosi ai confini dell’impossibile.

 

Rotta suggestiva. Dopo aver conquistato il record sulla “Rotta dell’Oro” da New York a San Francisco e quello sulla “Rotta del Tè” da San Francisco a Shanghai, è la volta di ripercorrere le vie dei Clipper di fine Ottocento, che portavano i carichi di Tè da Hong Kong a Londra, passando per il Capo di Buona Speranza. Una rotta suggestiva, visto anche l’arrivo sul Tamigi, a Londra, e tuttavia lunghissima (13.000 miglia, circa 24.000 km), che comporterà l’obbligo di risalire l’Atlantico in pieno inverno, con il rischio del freddo intenso e delle forti mareggiate. Il tutto su una barca di 70 piedi che non offre alcun comfort, se non una cabina-siluro meno accogliente di una navicella spaziale.

Equipaggio affidabile. Il record è attualmente di 41 giorni, 21 ore, 26 minuti e 34 secondi, conquistato da Lionel Lemonchois con 9 membri di equipaggio nel 2008 a bordo del catamarano di 100 piedi Gitana 13. Giovanni Soldini proverà a superarlo il gennaio prossimo con quattro esperti velisti oceanici: il francese Sébastien Audigane, gli spagnoli Oliver Herrera e Alex Pella e l’italiano Guido Broggi. Un equipaggio affidabile, che ha tutte le carte in regola per farcela. Tuttavia, per ridurre i rischi di fallimento, è stata fatta una scelta dolorosa sul piano tecnico.

Niente foil. Per limitare i rischi, Soldini ha deciso di abbandonare temporaneamente i foil, ovvero le “ali” che consentono alla barca di sollevarsi e di volare sull’acqua raggiungendo velocità ragguardevoli. Dopo due rotture consecutive in regata, e in mancanza di una soluzione che salvaguardi dal rischio di rinunciare al record, è stato deciso di tornare al tradizionale sistema MOD. Nel frattempo il progettista Guillaume Verdier continuerà gli studi per sviluppare la tecnologia delle derive volanti, con l’obiettivo di ripresentarle in versione aggiornata nel corso del 2018.

Da Ovest a Est. I momenti salienti del percorso saranno la parte iniziale, nel Mar di Cina, molto trafficato da navi cargo e pescherecci, quindi il Mare di Giava costellato da isole – con un passaggio di 15 miglia tra Java e Sumatra – l’attraversamento dell’equatore e il Capo di Buona Speranza doppiato “al contrario” (di solito infatti i venti favorevoli sono da Ovest verso Est). Dopo il Sud Africa si risale l’Atlantico, con un secondo attraversamento equatoriale, giungendo al largo dell’Europa, nel Nord Atlantico, in pieno inverno con il rischio, come detto, di trovare depressioni che causano grosse mareggiate. La parte finale prevede l’attraversamento della Manica e l’arrivo sul Tamigi, sotto il ponte Queen Elizabeth II, a poche miglia dal centro di Londra.

Fascino antico. “Hong Kong-Londra è una rotta storica ed epica, per questo abbiamo deciso di lanciarci in questa grande avventura – racconta Giovanni Soldini dalle Hawaii, dove sta ultimando i lavori al trimarano -. Ripercorrere le vie dei Clipper dell’epoca Vittoriana – aggiunge - è affascinante, su queste traversate ci sono stati i primi sviluppi per rendere le imbarcazioni sempre più veloci e performanti, perché arrivare primi a Londra significava vendere il tè al triplo del prezzo. Per noi è un’impresa sportiva: vogliamo battere il record di Gitana, anche se il catamarano francese era 30 piedi più lungo di noi e il percorso è probabilmente il più lungo mai affrontato da un MOD70. Ci aspettiamo condizioni favorevoli nell’Oceano Indiano, ma il Nord Atlantico d’inverno è imprevedibile e penso rappresenti la parte più complicata dell’intera tratta.”


Ultime prove alle Hawaii. Maserati Multi70 partirà dalle Hawaii, dopo una serie di test in mare, a fine novembre con direzione Okinawa, in Giappone, per poi ripartire alla volta di Hong Kong, dove dai primi di gennaio sarà in stand-by per intraprendere la sfida al record. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero