GM, Mary Barra chiude a fusione con Fca: «Possiamo andare avanti da soli»

Mary Barra, il numero uno della General Motors
DETROIT - Mary Barra, ceo di General Motors (Gm), ha respinto l'ipotesi di un progetto di fusione con Fiat Chrysler Automobiles (Fca). «L'abbiamo già detto chiaramente:...

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DETROIT - Mary Barra, ceo di General Motors (Gm), ha respinto l'ipotesi di un progetto di fusione con Fiat Chrysler Automobiles (Fca). «L'abbiamo già detto chiaramente: abbiamo presentato un piano strategico che ci dovrebbe portare fino all'inizio del prossimo decennio», ha affermato Barra rispondendo alle domande degli analisti che gli chiedevano se Gm potrebbe convolare a nozze con Fca nell'ambito del previsto consolidamento del settore automotive ipotizzato dall'a.d. di Fca, Sergio Marchionne.


Barra ritiene che la strategia prevista sia sufficiente per permettere a Gm di generare economie di scala, partecipare al rivolgimento che muove il settore, con le auto senza conducente, le vetture ecologiche e le auto connesse, e restare ai primi posti nella classifica mondiale dei costruttori. «Abbiamo un piano ben articolato, di cui siamo a metà percorso. Non ci lasceremo distrarre da quello che ci potrebbe allontanare» da questa strada, ha concluso Barra.

Il gruppo General Motors ha archiviato il primo trimestre con un utile netto salito di circa otto volte rispetto a un anno prima a 945 milioni di dollari, pari a un utile per azione di 86 centesimi, rispetto ad attese medie degli analisti di 97 cent. Il fatturato è sceso a 35,7 miliardi, da 37,4 miliardi. Il costruttore americano ha aggiunto che l'Ebit è cresciuto a 2,1 miliardi, incluso l'impatto di un miliardo legato a oneri di ristrutturazione, rispetto a 500 milioni un anno prima. L'a.d. Mary Barra ha affermato che «i risultati del primo trimestre forniscono una solida base per raggiungere i nostri impegni finanziari quest'anno. La continua realizzazione del piano previsto aumenterà una crescita redditizia, i ritorni sul capitale investito e il valore per gli azionisti».


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Il Messaggero