Marchionne: «Fra un anno le prime Maserati usciranno da Mirafiori»

Sergio Marchionne al salone di Ginevra
dal nostro inviato GINEVRA Il mercato apprezza i cambiamenti e i titoli automobilistici che più escono rafforzati dall’apertura del salone svizzero sono quelli dell’aziende...

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dal nostro inviato
GINEVRA Il mercato apprezza i cambiamenti e i titoli automobilistici che più escono rafforzati dall’apertura del salone svizzero sono quelli dell’aziende con un volto nuovo. Da una parte FCA, cioè Fiat Chrysler, dall’altra PSA (Peugeot-Citrien). Ieri il valore delle azioni del Lingotto è cresciuto del 4,1%, quello della casa del Leone del 3,2% (bene anche Renault, +2,8%).


Sergio Marchionne ha incontrato nello stand italiano i vertici del costruttore francese che, oltre oltre alla riorganizzazione dell’assetto azionario, sta cambiando anche l’ad. Il manager uscente Varin era insieme a Tavarez che a fine mese prenderà definitivamente il timone. Il numero uno di FCA è tornato sul piano industriale del 6 maggio svelando ulteriori tasselli: «A Mirafiori è tutto ok, l’investimento sta andando avanti e le prime scocche usciranno già il prossimo anno: Mirafiori e Grugliasco sono un’entità unica che fa parte del polo del lusso piemontese».

Il modello in questione è il Suv di lusso Maserati Levante che per il momento completerà il tris (affiancando Ghibli e Quattroporte) d’attacco del Tridente. Marchionne non dà altre certezze, ma apre spiragli: «Qui sveliamo il concept Alfieri, un coupé bellissimo. Abbiamo la piattaforma e anche i motori, teoricamente si può fare in 24-28 mesi, vedremo». Sarà uno degli argomenti del nuovo piano che vedrà il grande rilancio dell’Alfa la cui 4C sta avendo grande successo (a Ginevra c’è il concept della spyder).


L’ad Fiat spiega anche lo stop delle trattative con il governo canadese: «Anche lì l’investimento va avanti, ma non vogliamo aiuti perché per fare il nostro lavoro preferisco avere le mani libere». Marchionne non chiede nulla all’Italia, nemmeno interventi sul mercato, mentre le filiali dei costruttori esteri invocano quanto meno l’abolizione dell’inutile superbollo. Dall’Italia, infine, rinbalzano voci (per la verità poco credibili) sull’interesse di Mitsubishi o Nissan, per Termini Imerese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero