Marchionne: «GM miglior partner, ma quando si farà l'alleanza io non ci sarò»

Marchionne ribadisce che Gm è il partner ideale «perchè avrebbe i numeri giusti, anche se loro adesso non vogliono». I tempi non sono brevi ma il manager sembra convinto che alla fine la fusione ci sarà
AMSTERDAM - La partita delle alleanze per Fca è centrale e General Motors resta, nonostante i ripetuti no del suo numero uno Mary Barra, il partner da conquistare....

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AMSTERDAM - La partita delle alleanze per Fca è centrale e General Motors resta, nonostante i ripetuti no del suo numero uno Mary Barra, il partner da conquistare. «La porta delle alleanze non è mai stata chiusa», afferma Sergio Marchionne che, all'assemblea degli azionisti ad Amsterdam, conferma i target 2016 e non esclude la possibilità di un ritorno al dividendo prima del 2018.


«Nessuna accelerazione? precisa John Elkann - nella lettera agli azionisti di Exor non ho dato indicazioni su tempi e modi, ma ho sottolineato che la dimensione è un valore». Una vera e propria maratona, quella olandese. Tre assemblee in una giornata, nessuna ha una durata superiore a un'ora e mezza. Dà il via Cnh Industrial: Marchionne, presidente della società, scommette sulle opportunità future, mentre Elkann lascia il cda. Poi Fca, infine Ferrari, al debutto dopo la quotazione a Wall Street e la separazione dalla casa madre. 

Marchionne ribadisce che Gm è il partner ideale «perchè avrebbe i numeri giusti, anche se loro adesso non vogliono». I tempi non sono brevi ma il manager sembra convinto che alla fine la fusione ci sarà. «Quando accadrà molto probabilmente non ci sarò io. Quello che interessa a me, cioè Gm, non può succedere adesso, quindi saranno problemi di altri». Gli altri big player con cui Fca potrebbe allearsi sono Volkswagen, Ford, Toyota e Hiunday. La casa americana ha detto no e anche i coreani, dice Marchionne, «non sono interessati, non vogliono sposarsi». «Non bisogna fare scelte unilaterali su un candidato o su un'azienda tecnologica, sono scommesse pericolose per l'industria.

La percentuale di aziende che morirà è enorme, dobbiamo rimanere aperti a tutti?, avverte l'ad di Fca.  Il gruppo sta bene. Nessun contraccolpo dalla separazione della casa di Maranello: gli obiettivi 2016, tutti confermati, indicano un fatturato di oltre 110 miliardi, sullo stesso livello del 2015 nonostante lo scorporo, utile netto superiore a 1,9 miliardi (1,7 l'anno scorso), indebitamento netto inferiore ai 5 miliardi. Marchionne esclude nuovi bond e ipotizza un ritorno al dividendo prima del 2018, forse il prossimo anno.

«Appena avremo le risorse daremo i dividendi, può succedere prima del 2018. A fine 2016 saremo già cash positive. Speriamo di azzerare il debito prima del 2018. Quindi - dice sorridendo - nel 2017 qualcosa faremo». Sotto controllo i richiami di auto, nessun rischio dieselgate. Quanto alla nuova Tesla Model3, che dovrebbe uscire tra due anni e ha già avuto 325.000 ordini in una settimana, Marchionne non teme la concorrenza per la nuova Giulia: «non esiste ancora. Ho un grandissimo rispetto per Elon Musk, ma lo zoccolo duro è vendere vetture e guadagnare. Se avrà successo la copierò con lo stile italiano. Non mi vergogno di dirlo. La metto sul mercato in 14 mesi», sottolinea il manager.

Dagli azionisti conferma del cda e dei vertici, ma anche via libera con il 99,9% dei voti all'uscita di Rcs. «Questo meccanismo vi permetterà di avere azioni Rcs. Faremo come per Ferrari, deciderete voi cosa fare, se tenere o vendere i titoli», afferma Elkann. A Piazza Affari titolo Fca in calo dell'1,6%.

 
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Il Messaggero