NEW YORK - La Ferrari è a Wall Street. E Fca guarda avanti, alla prossima partita. Nel mirino del gruppo ci sono le alleanze, cruciali secondo Sergio Marchionne. E...
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Nel risiko automobilistico, General Motors resta il partner ideale «per gli attributi che offre» afferma l'amministratore delegato di Fca, sottolineando comunque che ci sono altri papabili candidati a un'alleanza. I ripetuti no di Gm non frenano quindi Marchionne e la sua convinzione che un'alleanza fra i due gruppi sarebbe strategica, consentendo sinergie e un uso strategico del capitale. Un'idea non condivisa da Standard & Poor's, che ha frenato sull'alleanza fra i due gruppi.
«Con tutto il rispetto per S&P, non ne capiscono nulla» ha liquidato la questione Marchionne nei giorni scorsi. Un'altra opzione sarebbe Toyota, ma anche la casa giapponese - secondo indiscrezioni circolate nei mesi scorsi e precedenti allo scandalo Volkswagen - avrebbe detto no perché non si tratterebbe di una «buona combinazione».
La francese Peugeot-Citroen sarebbe solo il «Piano C». Marchionne ha più volte ribadito di preferire una fusione con un gruppo più grande per avere un maggior ritorno sul fronte del contenimento dei costi per gli investimenti. Sarebbe meglio perseguire altre strade, quali le giapponesi Suzuki, Honda e Mazda. Alcuni analisti non escludono che, sempre in Asia, Marchionne possa guardare più attentamente alla Cina, per recuperare il terreno perso nel paese, cercando di approfittare della crescita, seppur rallentata, di Pechino.
La partita delle alleanze resta quindi aperta e un capitolo tutto da scrivere per Fca che, nell'ultimo anno ha portato a casa importanti risultati. Il 13 ottobre 2014 il gruppo è sbarcato a Wall Street dopo la bancarotta del 2009 e il 21 ottobre 2015 è la volta dell'ipo di Ferrari. Una strada lunga, che potrebbe arricchirsi con partita delle alleanze. Un'accelerazione in questo senso potrebbe arrivare dallo scandalo Volkswagen sulla violazione delle norme anti smog.
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Il Messaggero