Le magie di Countryman: anche la piccola Mini ora è un vero Sport utility

La nuova Mini Countryman
BOLOGNA - Il ricordo della piccola Mini di Alec Issigonis si fa sempre più lontano, fin quasi a scomparire. Anni fa BMW ha rilevato e rilanciato alla grande Mini e nel 2010...

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BOLOGNA - Il ricordo della piccola Mini di Alec Issigonis si fa sempre più lontano, fin quasi a scomparire. Anni fa BMW ha rilevato e rilanciato alla grande Mini e nel 2010 è arrivata la rivoluzionaria Countryman, primo, inatteso e imprevedibile Suv/Crossover del marchio inglese di proprietà tedesca. Ne sono state vendute oltre 540.000 unità (65.000 in Italia, primo mercato europeo). Un successo da cavalcare. E oggi, infatti, ecco l’evoluzione di quel concetto: ancora più grande, più comoda, più spaziosa, più versatile, è arrivata la nuova Countryman.

 
Il nuovo Suv/crossover non è un restyling del primo, ma è un’auto riprogettata da zero, anche se nasce sul pianale della BMW Serie 2 Active Tourer, con cui condivide l’asse anteriore MacPherson e il sistema multilink al posteriore. Fatta salva la continuità stilistica, rispetto alla prima Countryman l’auto è più lunga di 20 cm, per un totale di 4,30 metri; cresciuti anche il passo (+7,5 cm) e la larghezza (1,82). I posti sono cinque, veri e comodi; il vano bagagli è modulabile da 450 a 1.390 litri (220 più del modello uscente).

Certo, grande e grossa com’è diventata (il peso oscilla tra 1.440 e 1.660 kg), la Countryman ha perso un po’ di quel go kart feeling che ha scritto la storia del brand. Però il progetto non ha trascurato gli aspetti ludici legati all’uso di una Mini, e proprio per questo nel pacchetto degli optional è previsto (solo per le ALL4) il Country Timer, singolare strumento in grado di misurare proprio il divertimento di guida. A disposizione di chi sta al volante anche la possibilità di scegliere tra le modalità normale, sportiva o green, attraverso un sistema che influisce su acceleratore, sterzo, cambio, sound e altro. Non manca il DSC (Dynamic Stability Control).
 

Finiture ed equipaggiamenti sono di gran pregio, con alcune chicche come il Picnic Bench, un cuscino estraibile che spunta dal bagagliaio consentendo di sedersi, ovviamente con l’auto ferma, per operazioni come l’infilarsi un paio di scarponi da neve. Sulla plancia, invece, si fa notare il tipico strumento circolare ereditato dalle Mini anni 60, ma qui viene utilizzato per la prima volta con display touchscreen, porta d’accesso a tutte le funzioni. Inutile dire che non mancano dispositivi come l’avvisatore di cambio accidentale di corsia, controllo dell’angolo cieco e dei limiti di velocità, frenata automatica antitamponamento, fari (a Led) intelligenti, park assist.


La nuova Countryman è disponibile con due motori a benzina (a 3 e 4 cilindri) e due diesel, entrambi della famiglia TwinPower Turbo, con potenze comprese tra 136 e 192 cv, abbinati a cambi manuali o automatici a 6/8 marce e con la possibilità di scegliere tra trazione anteriore e ALL4. A breve arriveranno anche una supersportiva versione John Cooper Works da 231 cv e una superecologica ibrida plug-in con motore 3 cilindri benzina 1.5 da 136 cv abbinato ad un elettrico da 88 cv. Con ogni probabilità la più richiesta in Italia sarà la Cooper D con motore 2.0 da 150 cv, al momento il più parsimonioso del lotto, con consumi dichiarati di 4,3-4,5 litri/100 km ed emissioni di 113-118 gr/km. Prezzi da 27.450 a 37.350 euro.
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Il Messaggero