Le Mans e Daytona si intitolano una curva a vicenda in vista della convergenza regolamentare

La chicane Le Mans che il circuito di Daytona ha intitolato al circuito che ospita la 24 Ore più famosa del mondo. Il circuito della Loira ha fatto lo stesso intitolando a Daytona una delle sue varianti
Un gesto simbolico espresso in luoghi simbolici anche se lontani, in nome del futuro delle corse di durata. Il World Endurance Championship (WEC) e l’International Motor...

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Un gesto simbolico espresso in luoghi simbolici anche se lontani, in nome del futuro delle corse di durata. Il World Endurance Championship (WEC) e l’International Motor Sports Association (IMSA) suggellano la convergenza dei regolamenti intitolando due punti delle due piste più rappresentative dei rispettivi campionati.

L’IMSA ha deciso di ribattezzare la chicane Bus Stop del circuito di Daytona in Le Mans e il WEC ha contraccambiato la cortesia intitolando alla pista della Florida la prima delle due varianti che dal 1990 spezzano il lunghissimo rettilineo Hunaudières. I cordoli di tutti e due i tratti di pista sono stati dipinti in giallo e blu come simbolo di unità. Ed è così che i tracciati che ospitano le corse di durata più famose del mondo diventano il simbolo di un’unione i cui primi frutti si vedranno già dal 2023.

Dal prossimo anno infatti entrambi i campionati avranno le rispettive classi regine che rispondono agli stessi regolamenti tecnici, anche se avranno nomi diversi. Nel WEC si chiamerà Hypercar e nell’IMSA prenderà il nome di GTP (Grand Touring Prototype), ma in entrambi i casi all’interno delle rispettive denominazioni ci saranno sia le vetture che rispondono al regolamento Le Mans Hypercar (LMH) sia quelle Le Mans Daytona hybrid (LMDh) che rappresentano già un altro simbolo di convergenza tra i due campionati di durata.

Le LMH sono già comparse nel 2021 nel WEC. Toyota e Glickenhaus sono stati i primi costruttori ad aderire, nel 2022 è in arrivo la Peugeot e nel 2023 ci sarà il grande ritorno della Ferrari, assente da 1973 nelle corse di durata ai massimi livelli. Ancora più entusiastica l’adesione tra le LMDh che vedremo per la prima volta il prossimo anno. La prima è stata l’Acura, seguita da (in ordine alfabetico) Audi, Cadillac, BMW e Porsche. LPM1.

Le LMH sono vetture progettate interamente dal costruttore: dal telaio al sistema di propulsione da 500 kW che può essere con il solo motore a combustione interna o ibridizzato con l’aggiunta di un motore elettrico anteriore da 200 kW. Le LMDh invece possono essere costruite su 4 telai standard (Dallara, Ligier, Oreca e Riley) e un motore proprio ibridizzato con un modulo elettrico standard da 50 kW (200 kW in recupero) fornito da Bosch con batteria Williams e trasmissione Xtrac. Anche in questo caso la potenza complessiva è di 500 kW. Le prestazioni delle due tipologie di vetture sarà armonizzato dal Balance of Performance.

Ma è la possibilità che tutte queste vetture si potranno confrontare del mondo per la vittoria finale delle 24 Ore più famose che entusiasma gli appassionati e prepara una 24 Ore di Le Mans del 2023 che festeggerà i 100 anni dalla prima edizione in modo memorabile. Ulteriore elemento di convergenza arriverà nel 2024 quando a Le Mans e nel WEC le GTE derivate dalle auto di serie saranno sostituite dalle GT3 che sono anche la base della categoria GTD (Gran Turismo Daytona).

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Il Messaggero