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Non siamo in Formula E con spirito olimpico», aveva dichiarato un anno fa a Roma, alla vigilia dei due EPrix primaverili dell’ottava stagione Thomas Laudenbach, vice presidente con delega al motorsport di Porsche. E Florian Modlinger, da un anno e mezzo a capo delle operazioni nel circuito elettrico, conferma le ambizioni prima dei due appuntamenti estivi della nona stagione: «Siamo in lotta con entrambi i titoli e non voglio scegliere tra uno e l’altro. Li voglio tutti e due», dice il 42enne manager bavarese chiamato a Stoccarda per vincere, come era riuscito a fare con le scuderie che lo avevano ingaggiato in precedenza. A Portland, dove la Formula E ha fatto tappa per la prima volta, Pascal Wehrlein è stato costretto a cedere la testa della classifica individuale, che aveva appena riconquistato dopo le due gare di Jakarta. Nella prova statunitense è però tornato sul podio Antonio Felix da Costa, uno che il mondiale di Formula E l’ha già vinto, ingaggiato per affiancare il tedesco.
«Pascal è messo nettamente meglio di me quest’anno – ammette il portoghese – e pertanto, visto che c’è in ballo anche il titolo a squadre, farò quello che posso per aiutarlo». Modlinger sorride: «Lo sanno tutti quello che si può fare – taglia corto – magari un po’ di scia, magari proteggere un po’ la posizione». Di ordini di scuderia, però, non si parla. Non ancora, almeno. O non apertamente. Magari non ce ne sarà nemmeno bisogno, che è uno degli auspici del Team Principal, che ha naturalmente una formazione da ingegnere.
Sempre cortese, spesso sorridente, Modlinger è diplomatico il giusto.
Con Modlinger alla guida del progetto elettrico e della squadra Tag Heuer Porsche era arrivato quasi immediatamente il primo successo. Era accaduto a Città del Messico, nel febbraio del 2022, quando Wehrlein aveva preceduto l’allora compagno di squadra Andrè Lotterer: una delle rarissime doppiette in Formula E. A fine stagione Wehrlein aveva chiuso decimo, il collega dodicesimo e il team settimo con un sensibile miglioramento rispetto alla stagione precedente, la seconda della storia della casa di Zuffenhausen nel mondiale a zero emissioni.
A quattro gare dalla fine, i due piloti della Tag Heuer Porsche sono terzo (a 16 punti da Dennis) e sesto (a 45 dal podio virtuale), mentre la squadre è in testa a quota 212 (22 lunghezze di margine sulla Envision che è seconda).
«Volevamo mostrare di essere competitivi e abbiamo dimostrato di esserlo, non solo come squadra ma anche come costruttore», osserva Modlinger. Con le stesse monoposto la Avalanche Andretti è quarta con 156 punti e Dennis è in testa al mondiale individuale. In Formula E, la Porsche ha conquistato finora 581 punti: con Modlinger ne sono arrivati 355. L’accordo della casa tedesca con al Formula E è in scadenza e finora il costruttore non ha ancora ufficializzato se resterà o meno anche dopo la prossima stagione: «Una cosa è certa – puntualizza Modlinger - la decisione non dipenderà dai risultati di questo campionato. Ci sono altre valutazioni da fare».
I tempi sono relativamente stretti: «La Formula E è importante perché promuove certi valori e parla di sostenibilità. Per un costruttore come Porsche è fondamentale che il circuito approdi in determinati mercati. Siamo contenti per l’esordio del Giappone, ci piacciono gli Stati Uniti, ma la Formula E deve tornare anche in Cina», ricorda il manager. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero