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DIRIYAH – Per l'Arabia Saudita lo sport è un volano, oltre che una vetrina per il paese, soprattutto nel mondo occidentale. Nel giro di poche settimane la nazione ha ospitato la Dakar, il rally raid più duro al mondo, la Supercoppa di calcio del campionato spagnolo e quella della Serie A italiana, i due ePrix di Formula E, la rassegna iridata a ruote scoperte riservate alle monoposto elettriche con la quale sono stati rilasciati primi visti turistici. A metà febbraio tocca all'Extreme E, il mondiale per Suv adesso elettrici e poi a idrogeno, mentre ai primi di marzo tocca di nuovo alla Formula 1, in attesa che la Federazione Internazionale dell'Automobile (Fia) decida anche in merito al Wrc per una possibile tappa saudita del mondiale di rally.
I dati del Ministero dello Sport dicono che dal 2018 in poi nel regno sono stati ospitati oltre 80 eventi sportivi di livello internazionale, inclusi quelli legati a tennis, golf e perfino wrestling. È in crescita non solo il numero degli appassionati, che si spostano per seguire i loro beniamini, ma anche quello dei praticanti: erano il 13% nel 2015, sono diventati il 48% (almeno 30 minuti la settimana). L'impegno delle donne è lievitato del 150%.
Il Ministero declina lo sport nella visione 2030, quella che ha portato l'Expo a Riad (a spese di Roma). Parla di un crescente impegno nelle attività sportive, una «ondata alimentata dagli investimenti» che riguardano anche le iniziative nel campo della diversità, dell'inclusione e dello smantellamento della barriere che frenano la partecipazione, oltre che del benessere fisico. L'Arabia Saudita è un paese giovane: la metà dei suoi 32 milioni di abitanti (oltre il 40% sono immigrati) ha meno di 25 anni, un bacino di potenziali atleti che hanno come riferimento un numero crescente di federazioni (le televisioni locali danno anche ampio spazio alla falconeria, con rapaci ammaestrati impegnati in gare di velocità), passate da 32 a 97 negli ultimi 9 anni. Il numero degli atleti affiliati alle 54 organizzazioni che gravitano nella galassia dei comitati Olimpico e Paralampico sono cresciuti del 52%.
Inevitabilmente nelle cifre fornite dal Ministero, che serviranno da riferimento per il futuro, ci sono solo numeri positivi. Tipo l'esplosione (+800%) dei gruppi sportivi organizzati, tipo le oltre 195.000 bambine tra i 5 e i 15 anni che praticano sport almeno una volta la settimana. La questione di genere è delicata e molto sentita: nel paese ci sono più di 500 organizzazione sportive femminili e 617 palestre femminili autorizzate, quasi un terzo di quelle totali. Di più: le federazioni con una nazionale femminile sono 37 e 7 hanno una presidente donna. Le “quote rose” dei direttivi federali sauditi hanno raggiunto il 30%. Tutto, o quasi, era cominciato con la Formula E, che è ormai un appuntamento fisso in Arabia Saudita dal 2018: il suo esordio nel Paese era stato accompagnato da una sessione di test per debuttanti nel corso della quale erano scese in pista nove donne (ogni scuderia era stata “sollecitata” a schierarne almeno una) la più alta partecipazione mai registrata (e mai più raggiunta).
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