La divina francese: il concept E-tense anticipa il futuro stilistico e tecnologico di DS

La E-tense è una sportiva affascinante, di un'eleganza forte e sofisticata, tipicamente parigina, ma soprattutto è tutto quello che non ti aspetti da una DS. Lunga 4,72, alta 1,29 e larga 2 metri e 8 cm, ha la scocca tutta in fibra di carbonio, le sospe
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GINEVRA - «Allons enfants de la patrie, l'émbrechuré est arrivé!». Così è sembrata cantare la DS dai padiglioni del Salone di Ginevra presentando la E-tense, concept di coupé sportivo elettrico che dà un'ulteriore scossa (appunto “émbrechuré” in francese) al brand che da un anno ha rotto gli ormeggi con Citroën e ambisce a diventare la bandiera del premium francese con una nota sportiva ed elettrizzante.



Non a caso il DS Virgin Racing Team è impegnato nella Formula E con la DSV-01 ed è reduce dal bell'en plein di Buenos Aires dove il pilota Sam Bird si preso super pole e vittoria. Una sportiva elettrica stradale sarebbe una logica conseguenza e forse la E-tense rappresenta solo le prove generali di un modello siffatto, forse è solo la risposta simbolica alla Alpine; sicuramente è un veicolo di soluzioni tecniche, stile e immagine per tutti i futuri modelli DS destinati a crescere da 3 a 6 nei prossimi anni.


La E-tense è una sportiva affascinante, di un'eleganza forte e sofisticata, tipicamente parigina, ma soprattutto è tutto quello che non ti aspetti da una DS. Lunga 4,72, alta 1,29 e larga 2 metri e 8 cm, ha la scocca tutta in fibra di carbonio, le sospensioni sono a doppio triangolo sovrapposto e il suo motore elettrico eroga 402 cv e 512 Nm trasmessi alle ruote posteriori per uno 0-100 km/h in 4,5 secondi e 250 km/h di velocità massima.
La batteria agli ioni di litio offre un'autonomia di 310 km ed è alloggiata nella parte inferiore del telaio per abbassare il baricentro delle 1,8 tonnellate di massa. Tutta nuova, ma non mancano citazioni del passato, come gli indicatori di direzione sul tetto tipici della DS del 1955, e ulteriormente sviluppati sono alcuni temi già visti sulle DS da un anno a questa parte come le DS Wings cromate che sormontano fari full led attivi i cui proiettori ruotano fino a 180 gradi, allungano il fascio in autostrada e lo allargano in caso di pioggia o nebbia.

La calandra è stampata in 3D e sfrutta il cosiddetto design parametrico, già utilizzato nel mondo della moda e impiegato anche per disegnare gli interni. L'abitacolo è un trionfo dell'artigianalità e della tecnologia d'Oltralpe, ma anche del tema del rombo, applicato per la grafica della strumentazione su display da 12 pollici così come per le cuciture delle sellerie in pelle verde, come la carrozzeria, applicate sulle superfici di contatto con corpo e mani, dunque con un obiettivo funzionale e non solo estetico. Tipicamente Citroën il volante a tulipano, con le razze messe in obliquo per avvicinare la corona al pilota, e futuristica la plancia in acciaio laminato a freddo. Suggestioni dal mondo della gioielleria si trovano sulla consolle e sul tunnel, con i pulsanti abbelliti dalla lavorazione “guilloché” e i piccoli vani trasparenti ricavati sul tunnel, uno di questi dedicato al cronografo da polso Records TB. E non è la prima volta che DS svolge il tema dell'orologeria, già presente sui modelli di serie dove la selleria in pelle dei sedili ricorda la forma di un cinturino.


Altro particolare da gentleman driver è l'elegante custodia per il casco, realizzata dalla maison di pelletteria Moynat, dotata di cinghie a Y ispirate a quelle che una volta servivano per bloccare le ruote di scorta e che in questo caso fissano in modo sicuro la teca al sedile. Francese, “ça va sans dire”, anche l'impianto audio Focal da 640 Watt a 9 altoparlanti mentre ripreso dal mondo delle competizioni è il visore posteriore con telecamera che consente di fare a meno del lunotto eliminando compromessi tra stile, visibilità e aerodinamica.

Da vera sportiva anche le bocchette incorporate nelle portiere mentre il tablet centrale da 10 pollici è rivolto verso il guidatore porgendogli le funzioni più avanzate della vettura attraverso un'interfaccia messa a punto con la Coyote. Peccato che non sia vera, ma ai francesi piace stupire e chissà...

 
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Il Messaggero