Censis, l'automobile elemento sempre più centrale per la mobilità degli italiani

La mobilità attraverso le automobili sarà sempre più centrale
ROMA - Per gli italiani l’automobile resta ancora la soluzione ideale per la mobilità individuale e, aspetto per alcuni versi inatteso, lo sarà ancora nel...

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ROMA - Per gli italiani l’automobile resta ancora la soluzione ideale per la mobilità individuale e, aspetto per alcuni versi inatteso, lo sarà ancora nel prossimo decennio smentendo così coloro che avevano profetizzato un calo di interesse per le quattro ruote. È quanto è emerso da una ricerca realizzata dal Censis e presentata a Roma nell’ambito della conferenza stampa dell’Unrae, l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri.


Come ha sottolineato nel suo intervento Marco Baldi l’uso del mezzo privato negli spostamenti quotidiani da parte dei cosiddetti "pendolarì" rimane prevalente ed è in crescita, visto che vale secondo gli ultimi rilevamenti il 60,8% contro il 58,7% del 2011. Nel 90% circa delle province italiane - ribadisce il Censis - almeno il 60% degli spostamenti sistematici casa-lavoro avviene in auto e in alcune province si supera il 70%. È soprattutto il Mezzogiorno a far registrare il maggiore aumento dell’uso del mezzo privato: in centri importanti, come Palermo, Catania e Bari, è stato registrato tra il 2001 e il 2011 un incremento compresi fra il 5% e il 10%, con Crotone e Agrigento addirittura vanno oltre a questo valore. Altro fattore che rende insostituibili l’automobile - ha spiegato Baldi - è la distribuzione della popolazione nello Stivale, con il 17,9% (circa 11 milioni) di italiani che abitano in zone montane e, quindi, inadatte ad altre soluzioni di mobilità e poco servite dai trasporti pubblici di linea.

Un problema, si legge nel rapporto del Censis, che riguarda anche le seconde e terze fasce attorno ai grandi centri urbani. Negli ultimi decenni uno sviluppo scarsamente coordinato ha condotto alla formazione di grandi hinterland per lo più residenziali, all’interno di conurbazioni e regioni metropolitane di scala crescente, ma questa formazione non è stata accompagnata da un adeguato ampliamento infrastrutturale, reti di trasporto pubblico incluse.
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Il Messaggero