ROMA - Il calendario segna 2014 ma lo scenario del mercato italiano dell'auto è assai simile a quello degli anni Cinquanta e Sessanta. Tra il 2007 e il 2013 sono andati in...
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«La crisi non ha spinto gli italiani verso auto “value for money”, come accade in altri settori - ha commentato Pier Luigi del Viscovo, direttore del Centro Studi Fleet&Mobility - inoltre le fasce medio-basse della popolazione stanno sopportando il peso maggiore della crisi, chi prima poteva acquistare un'auto oggi deve rimandare, anche perchè le banche concedono i finanziamenti col contagocce. L'auto nuova è un prodotto riservato a chi sta bene, in quattro casi su dieci».
Questo emerge da un'analisi del Centro Studi Fleet&Mobility, che misura dal 2006 il mercato auto in termini di valore, partendo dalle immatricolazioni. Le vendite di tutti i marchi premium (Audi, BMW, Mini, Mercedes, Smart, Lexus, Jeep, Jaguar, Land Rover, Abarth, Aston Martin, Bentley, Cadillac, Hummer, Lamborghini, Infiniti, Lotus, Maserati, Porsche, Rolls Royce, Saab, Tesla, Volvo, Martin Motors, McLaren e Ferrari), a cui vanno aggiunti alcuni modelli premium di marchi generalisti (Fiat 500, Opel Adam, Nissan Juke e Lancia Y), sono scese da 14.067 milioni di euro nel 2007 a 11.233 mln, con una flessione del 20%, mentre tutto il resto del mercato è crollato del 53%, passando dai 37.001 milioni di euro di vendite del 2007 ai 17.248 mln del 2013.
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Il Messaggero