E' la Jaguar i-Pace l'auto dell'anno 2019. Probabilmente André Hefti, ancora una volta impeccabile padrone di casa nella cerimonia di proclamazione...
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È accaduto non solo perché la corona consegnata alla Jaguar i-Pace è la prima in assoluto conquistata da un brand prestigioso come questo, e neppure perché – cosa mai accaduta prima – a salire sul gradino più alto del podio è stato un Suv al 100% elettrico. A fare davvero scalpore è stato il modo in cui questo successo, ampiamente meritato seppur sorprendente, si è determinato.
Mai infatti in passato i voti espressi dai giurati (in questa 56a edizione erano 60 in rappresentanza di 23 Paesi) avevano determinato una perfetta parità al vertice, con il Suv elettrico del Giaguaro e l'Alpine A110 entrambe a 250 punti, anch'essa protagonista di una performance di cui nessuno l'accreditava. Un risultato quasi impossibile, considerando il meccanismo che mette a disposizione di ciascun giurato 25 voti da distribuire tra le sette finaliste, con la possibilità di concentrarne al massimo 10 su una singola vettura.
Eppure l'impossibile è diventato realtà, mettendo quasi in imbarazzo il presidente della giuria Frank Janssen, il quale ha immmediatamente precisato che un vincitore doveva comunque esserci, ed è stato selezionato attraverso uno spareggio che prendeva in considerazione – Paese per Paese – solo i voti dei giurati avevano messo una delle due contendenti in cima alla lista delle loro preferenze.
Questo conteggio ha premiato la I-Pace che si è imposta per 18 a 16, e a spostare in modo decisivo decisivo gli equilibri è stata la giuria italiana che in un contesto di costante equilibrio ha espresso un sonante 5-0 a favore del Suv britannico. È stata la degna conclusione di un evento mozzafiato, caratterizzato da continui capovolgimenti man mano che i voti dei singoli Paesi venivano elencati in ordine alfabetico. Con la sorpresa Alpine a lungo in testa, mentre la Kia Ceed ha sfiorato l'impresa mai riuscita a una casa coreana, tenendo il primo posto quando all'appello mancavano solo i giurati britannici che l'hanno relegata a una comunque lusinghiera (e ipotetica) medaglia di bronzo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero