TROPEA - Tra auto e nautica c’è qualcosa in comune? Capacità produttiva e mercato, distanti anni luce, dicono no. Ma la contaminazione c’è,...
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«Costruiamo barche piccole ma paragonabili a certe auto di lusso», dice Alcado. E aggiunge: «Per certi dettagli, come le tappezzerie, ci affidiamo ad artigiani di nostra fiducia che realizzano cuscinerie e rivestimenti con pelli pregiate simili a quelle delle Maserati». Per le motorizzazioni fuoribordo, invece, è stato aperto un canale preferenziale con Suzuki Marine, da qualche tempo in prima linea lì dove c’è da sostenere piani di sviluppo ambiziosi. Sul 270X, una delle barche più sportive e versatili della gamma Invictus - Christian Grande l’ha definita tout court “un vero Suv del mare” – è stato dunque montato il nuovo DF 350A: un V6 di 4,4 litri 350 hp che si distingue per la propulsione a doppia elica controrotante (Dual Prop System) in qualche modo paragonabile alla trazione integrale di un’auto. Altri contenuti hi-tech di matrice automobilistica sono l’alimentazione a combustione magra (Lean Burn System) e dispositivi come il keyless start (avviamento senza chiave) o il precision control, basato sulla tecnologia drive by wire (senza cavi).
Anche l’elettrificazione è una voce condivisa tra nautica e auto. In questo caso, però, Invictus ha avviato una collaborazione con Volvo Penta. «Entro un paio d’anni – informa Alcado – avremo un 280GT a emissioni zero, ideale per la navigabilità sui laghi». Molto prima, ovvero ai saloni di Cannes e Genova, verrà presentato il nuovo 320GT, entrobordo che andrà a collocarsi tra il 280 e il 370GT. Nei piani anche una barca fuoribordo di 32 piedi, ma con ogni probabilità non andrà in acqua prima del 2020. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero