Figlio di un due volte campione di Rally, ma catapultato nel Circus della Formula Uno a 21 anni, oltretutto ritrovandosi come compagno di squadra un fenomeno sponsorizzato dai...
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Al Gran Premio d'esordio in Australia Sainz arriva nono con i primi punti, in Malesia ottavo, poi tredicesimo in Cina e ritirato in Barhein. «La colpa naturalmente ha un nome. I motori Renault sono sotto le aspettative, ci hanno promesso step di miglioramento ma è chiaro che i francesi non hanno fatto per nulla un buon lavoro e a questo punto vale aspettare le prossime 15 gare».
Un problema che la Toro Rosso condivide anche con la scuderia sorella maggiore, Red Bull. «In condivisioni normali non avremmo dovuto e potuto sorpassarli in gara, ma ora siamo praticamente alla pari, la lotta è ammessa, a patto di non rompere il motore, che per il regolamento è un problema visto che ne abbiamo solo 4 per tutta la stagione».
La burocrazia della formula Uno, a Carlos non piace?
«Devo guidare come ti portano a fare le gomme Pirelli, fin troppo preciso, ma io vorrei divertirmi in agre meno ingessate, in cui il pubblico capisca davvero quello che succede. Come la motogp. Uno spettacolo per tutti».
Sul tavolo la proposta di Ecclestone per avere Monoposto da 1000 Cv.
«Tutto giusto ci sto anche da subito. Serve cambiare. Anni fa guardavo una Formula 1 fatta a da geni come Adrian Newey, con l'invenzione che faceva la differenza. Ora una scuderia come la mia impiega decine e decine di tecnici nel limate ogni elemento, dalla aerodinamica all'elettronica, tutto questo per guadagnare centesimi di secondo a giro. Nessuna rivoluzione , ma a me piacerebbe. Ora il pilota non vale più del 40% addirittura meno del 30%, la monoposto e l'elettronica fa il resto. A me piace guidare. Benvenuti i cambiamenti
Resta simpatico, Carlos, nonostante nella sua scuderia debba convivere con il fenomeno Verstappen
«Max è sulla bocca di tutti, qualcuno anche in Italia lo ha definito l'erede di Senna. Io penso solo a batterlo e per ora ho più punti mondiali di lui. In toro rosso la situazione non è disperata possiamo crescere, Renault permettendo».
Poi i paragoni
«Da Vettel prenderei la meticolosità nel prepararsi, da Hmilton l'aggressività, di Raikkonen ruberei la gestione delle gomme e da Alonso.. Tutto. Fernando è contemporaneamente mio amico e idolo. Mi ha sostenuto per arrivare in Formula Uno, mi consiglia. Parliamo».
Anche di Ferrari?
«In formula Uno ogni pilota aspia a vestie i colori del cavallino, io ora penso a Red Bull. Fernando ha riflettuto mesi prima di dire a ddimo a Maranello, Se Vettel vincerà il mondiale posso immaginare il suo rimpianto, altrimenti sarà stata giusta la scelta di Mclaren». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero