Incidenti stradali in calo le vittime: «Dimezzare i morti entro il 2020»

Un incidente stradale
ROMA - ​«L'innalzamento dei livelli di sicurezza della rete stradale è una delle principali missioni istituzionali dell'Anas». ...

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ROMA - ​«L'innalzamento dei livelli di sicurezza della rete stradale è una delle principali missioni istituzionali dell'Anas».

Ad affermarlo è il presidente dell'Anas, Pietro Ciucci, intervenendo alla tavola rotonda sul tema 'Infrastrutture e sicurezzà che si è tenuta oggi a Roma, presso la Scuola Superiore di Polizia alla presenza. «È indubbio -sottolinea Ciucci- che nel nostro Paese in questi anni si è lavorato molto e bene e che, accanto all'inasprimento delle norme e all'introduzione della patente a punti, è cresciuta una cultura nazionale della cooperazione per la sicurezza che considera le attività di ciascun soggetto come tasselli di una stessa strategia condivisa, da mettere a fattor comune». Ciucci ha spiegato che la forte diminuzione dei dati dell'incidentalità dimostra che i risultati sono stati soddisfacenti.

«I numeri forniti dall'ultima stima pubblicata dall'Istat e dall'Aci -ricorda- attestano che l'obiettivo europeo di ridurre il numero dei morti del 50% è stato raggiunto. Infatti, rispetto al 2001, il numero di morti è diminuito nel 2013 del 52,1%. Il trend positivo prosegue anche nel 2014, visto che secondo i dati della Polizia Stradale e dei Carabinieri, sulle autostrade dell'Anas (tra gennaio e maggio di quest'anno) si è registrata un'ulteriore riduzione degli incidenti mortali del 42%».

Però, aggiunge Ciucci, «non dobbiamo accontentarci di questi pur lusinghieri risultati e dobbiamo lavorare per aspirare ad una mortalità sulle strade italiane pari a zero. Qualcuno potrà giudicare questo obiettivo un'utopia, ma solo attraverso le utopie noi possiamo essere sicuri di poter modificare la realtà».


«Su questo fronte - dice il direttore delle specialità della polizia, Roberto Sgalla - dobbiamo impegnarci al massimo. Certo, se guardiamo i numeri complessivi di dieci anni fa, di strada ne abbiamo fatta molta, ma non possiamo e non dobbiamo fermarci. Dobbiamo impegnarci in modo corale per arrivare a quel traguardo che ci siamo fissati e che l'Ue ci ha chiesto: duemila morti nel 2020».


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Il Messaggero