Alonso torna in pista e smentisce McLaren: «L'incidente dovuto all'auto»

Fernando Alonso in Malesia
Dunque arriva la prima pista vera, ma forse solo briciole di verità. Domenica mattina alle 9 scatterà il semaforo verde sul circuito di Sepang in Malesia, seconda gara del...

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Dunque arriva la prima pista vera, ma forse solo briciole di verità. Domenica mattina alle 9 scatterà il semaforo verde sul circuito di Sepang in Malesia, seconda gara del mondiale di Formula Uno 2015, ma a differenza dell'appuntamento inaugurale di Melbourne, non si tratta di un tracciato stradale con lunghi rettilinei inframezzati da curve degne di un centro commerciale. Sepang e i suoi 5.543 metri di asfalto abrasivo abbinati ad un clima umido sono invece una sfida seria per i piloti e le nuove monoposto, costrette a disegnare curve molto pronunciate con grandi forze di spinta laterali. Sulle potenze in campo, c'è ancora molto da capire. Si ripeterà lo strapotere Mercedes con la doppietta Hamilton-Rosberg vista in Australia? E' vero rilancio quello Ferrari?


Maranello nel 2014 aveva conquistato qui la quarta piazza dietro alle due Mercedes e a Vettel con la sua Red Bull, scuderia che ora appare fuori dai giochi del podio. Dunque a contare non sarà la posizione, ma il tempo. Lo scorso anno Alonso è giunto a 36 secondi di distacco da Hamilton. Qualsiasi risultato migliore sarà la prova del recupero sulle frecce d'argento, altrimenti il fuoco di Melbourne, con il terzo posto di Vettel, sarà stato di paglia. Tutto il circus dovrà seriamente andare alla ricerca di un tema per “smuovere” un Mondiale che appare già scritto e assegnato a Mercedes. Una "scossa elettrica importante", diciamo, che nessuno si metterebbe a negare.

Alonso parla ma non dice. «L'incidente? Credo sia chiaro che c'è stato un problema alla macchina, però non lo riusciamo a riscontrare sui dati. Quello che abbiamo fatto con gli ingegneri in settimana è stato verificare tutti i dati disponibili. Sono totalmente d'accordo con la squadra, ora è impossibile dire cosa è successo, sarebbe una menzogna farlo. Prima o poi forse troveremo qualcosa, non lo so, se non ci siamo riusciti in tutto questo tempo». Ecco finalmente il pilota della McLaren Fernando Alonso che torna così a parlare del suo incidente nei test a Montmelò in occasione della conferenza stampa a Sepang. Il campione di Oviedo ha superato i test medici e dunque prenderà posto in griglia, ma presumibilmente nelle ultime posizioni, visto il risultato disarmante della scuderia di Woking a Melbourne.

A caccia di cause. «Non c'è una ragione chiara dell'incidente ma abbiamo avuto un problema allo sterzo che si è bloccato sulla destra. Mi sono avvicinato al muretto, sono passato alla terza, ho frenato. I dati comunque non ci dicono tutto e non sono del tutto completi. Stiamo utilizzando nuovi sensori e effettuando delle modifiche allo sterzo, abbiamo fatto le prove al simulatore cercando di spiegare come funzionano questi nuovi sensori che utilizzeremo per la gara».

Uragano e bugie. «La versione di un colpo di vento? No, neanche un uragano avrebbe spostato la macchina a quella velocità. Se invece ci sono gravi problemi medici o se si sviene di solito la macchina prende tutt'altra traiettoria, non chiude all'interno. Parte della confusione nei primi 3-4 giorni deriva dalla agitazione che c'era all'inizio perché c'era tanta tensione e stress, io non avevo ricordi precisi e non potevo dire niente. C'era l'emergenza di dire qualcosa. Mi fido ciecamente del team. Per un mese hanno esaminato tutto, simulato gli sforzi, fatto tantissimi test e cambiato tutte le parti su cui avevano dei dubbi. Dopo questi controlli abbiamo la macchina più sicura della storia».


Strada chiusa. Fernando sa e non parla, complice il clima da matrimonio forzato con il team inglese. Lewis Hamilton è ad un passo dalla firma del suo rinnovo triennale con Mercedes, quindi il miglior sedile della F1 non si libererà che nel 2019, e dunque Alonso sarà costretto a restare parcheggiato per almeno tre anni in McLaren-Honda. Nella certezza del dubbi. «Non ho ricevuto una scossa elettrica, nè un trauma improvviso. C'è stato un problema alla macchina, anche se non ci sono dati in grado di dire quale». Una ipotesi c'è: il rimorso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero