OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Il settore delle multe stradali rappresenta in Italia una «vera e propria giungla», anche a causa della scarsa trasparenza da parte degli enti locali, che per legge sono tenuti a rendicontare ogni anno al Governo gli importi incassati delle contravvenzioni elevate per violazioni al Codice della strada e a dichiarare quanti di questi derivino dagli autovelox. Lo sottolinea il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sulla tutela dei consumatori e degli utenti, Simone Baldelli (FI), che da tempo ha lanciato una crociata per garantire ai cittadini trasparenza sul fronte delle multe stradali e sulla corretta destinazione di questi introiti. «Non esistono dati ufficiali aggregati e analitici sui proventi incassati dagli enti locali - spiega Baldelli, che è anche componente della Commissione Trasporti della Camera - Ciò avviene nonostante la legge imponga a ciascuna amministrazione di consegnare al governo entro il 31 maggio di ogni anno una relazione telematica sugli introiti delle multe, anche quelle elevate tramite autovelox.
Basti pensare che in base ai recentissimi dati forniti dal governo stesso, su un totale di circa 7900 comuni italiani, più di 1 su 3 (2.747) non ha fornito la rendicontazione sui proventi delle multe stradali relativi all’anno 2020.
Sistemi di rilevazione a distanza della velocità troppe volte installati con lo scopo preciso di aumentare le casse delle amministrazioni locali, e non sempre infallibili: si pensi al caso della sanzione elevata ad Osimo (An) nei confronti di un automobilista multato perché viaggiava con la sua utilitaria alla velocità di 703 km/h, o all’autovelox di Este (Ro) che ha elevato una sanzione ad in Fiat Fiorino che sfrecciava a 983 km/h. c’è poi l’automobilista che in provincia di Padova ha preso 4 multe in 4 minuti da diversi autovelox. Qualcosa però finalmente si muove e dopo quasi 12 anni di attesa il Governo si impegna a varare entro i primi mesi del 2022 il nuovo decreto che disciplina il corretto utilizzo dei sistemi di rilevazione a distanza della velocità, atteso dal 2010.
Il Viceministro Alessandro Morelli, rispondendo all’interrogazione presentata da Baldelli, ha annunciato «una dettagliata disciplina finalizzata a garantire il rispetto dei limiti di velocità basata sulla propedeutica verifica, da parte degli enti gestori stradali, dell’adeguatezza dei limiti di velocità imposti quale condizione necessaria per poter installare gli autovelox. »Aspettiamo il Governo alla prova dei fatti e speriamo che le nuove normative riducano la brutta abitudine di molte amministrazioni locali di utilizzare in modo distorto questi strumenti, che dovrebbero servire più alla sicurezza stradale che a procurare aumenti alle entrate« - ha commentato Baldelli.
Leggi l'articolo completo suIl Messaggero