Il fantastico 2020 della Racing Point, una vittoria, una pole e il quarto posto tra i costruttori

Nella foto, Sergio Perez
E' stata una stagione particolarmente avvincente, se non sensazionale, quella vissuta dalla Racing Point nel Mondiale F1, capace di conquistare una pole sul tracciato di...

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E' stata una stagione particolarmente avvincente, se non sensazionale, quella vissuta dalla Racing Point nel Mondiale F1, capace di conquistare una pole sul tracciato di Istanbul con Lance Stroll e una vittoria con Sergio Perez a Sakhir. La Racing Point ha concluso il campionato costruttori al quarto posto dopo aver lottato fino all'ultima gara per la terza posizione contro la McLaren, ma la sfortunata ultima corsa di Abu Dhabi non le ha permesso di prendersi la medaglia di bronzo. Ha, però, piazzato Perez al quarto posto della classifica iridata piloti, un risultato insperato considerando anche che il messicano, per Covid-19, ha dovuto saltare due appuntamenti. E dire che la Racing Point era partita tra le polemiche generali per la grande somiglianza della monoposto rosa con la Mercedes W10 del 2019, una vettura simil gemella che aveva scatenato le ire dei rivali. Tante polemiche e per qualche gara nel paddock c'era un'aria pesante nei confronti del team di proprietà di Lawrence Stroll, che nell'agosto del 2018 aveva rilevato la Force India di Vijay Mallya sull'orlo del fallimento. Quando poi si è scoperto che le prese d'aria dei freni anteriori della Racing Point erano molto simili a quelle della Mercedes, è intervenuta la FIA che ha tolto 15 punti dalla classifica costruttori alla squadra con base difronte al circuito di Silverstone. Punti che poi sono stati fondamentali nella perdita del terzo posto nel campionato costruttori.

Ma ci sono stati anche errori grossolani compiuti dagli strateghi della Racing Point che hanno fatto perdere punti importanti a Perez e Stroll nel corso del 2020: "È stato un anno di opportunità mancate, per molte ragioni", ha ammesso il team principal Otmar Szafnauer. "Ci lasceremo la delusione alle spalle per concentrarci sui lati positivi di una grande stagione, in cui abbiamo vissuto alcuni momenti splendidi. Abbiamo dimostrato di avere una macchina e una squadra competitive, un'ottima base per tornare ancora più forti nel 2021 con il nome Aston Martin". E già, perché il prossimo anno la squadra cambierà nuovamente nome, da Racing Point in Aston Martin. Pensate che le fondamenta di questa formazione risalgono alla Jordan (ricordate?) che se la giocava negi anni Novanta con i grandi team dell'epoca. Poi, con l'aumento dei budget, Eddie Jordan non ha più tenuto il passo e a fine 2005 ha venduto a un imprenditore russo, Alex Shneider. E' nata così la Midland, però a stagione ancora in corso, Shneider si è trovato in difficoltà e il team è finito nelle mani della olandese Spyker, costruttore di auto sportive. Ma anche in questo caso, le difficoltà di gestione di una struttura di F1 hanno preso il sopravvento e la Spyker ha dovuto cercare un nuovo acquirente, trovato in Mallya che nel 2008 ha rinominato il team in Force India. Con lui, la squadra è cresciuta, ma dopo 10 stagioni di buon livello, il business man indiano travolto da guai giudiziari ha dato forfait ed è subentrato Stroll, chiamando il team Racing Point. Che dal 2021 diverrà Aston Martin.

Un cambio di identità, orchestrato sotto la proprietà dello stesso Lawrence Stroll (azionista del costruttore britannico), che coinciderà con l'arrivo di Sebastian Vettel. Il quattro volte iridato, chiuso il capitolo Ferrari, ricomincia con una nuova sfida, portando la sua esperienza in un progetto che lo vedrà fortemente coinvolto, anche a livello azionario. Ma Seb ha subito un compito impegnativo: non far rimpiangere Perez, "sacrificato" per liberare il suo sedile, pur protagonista di una annata da applausi. Checo ha chiuso quarto in classifica, proprio come la Racing Point: una scuderia a cui ha dato moltissimo sin dal suo approdo nel 2014, quando era ancora la vecchia Force India.

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Il Messaggero