Idrogeno, H2 Sud Tirol è il crocevia italiano delle fuell cell per Hyundai, Toyota, Mercedes e Bmw

La stazione di rifornimento a idrogeno H2 Sud Tirol a Bolzano
BOLZANO – Il crocevia italiano dell'idrogeno si trova a due bassi dall'uscita autostradale di Bolzano Sud, in Alto Adige. È lì che si trova la sede di...

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BOLZANO – Il crocevia italiano dell'idrogeno si trova a due bassi dall'uscita autostradale di Bolzano Sud, in Alto Adige. È lì che si trova la sede di H2 Sud Tirol, il progetto che nell'ambito dell'Istituto per Innovazioni Tecnologiche (Iit) ha realizzato il primo Centro Idrogeno d'Italia. Ed è sempre lì che si trova anche il solo distributore nazionale di questo carburante “verde”: la reazione chimica di un veicolo a cella combustibile produce vapore acqueo.


Oltre che le vetture Hyundai ix35 dell'Autostrada del Brennero, uno dei soci dell'Istituto, e, tra gli altri, di Carabinieri e Polizia, la stazione di servizio a idrogeno rifornisce anche 5 autobus Fuel Cell impiegati nel capoluogo altoatesino. Dal 2014 in poi sono già stati effettuati 8.000 rifornimenti per un totale di più di 1,7 milioni di chilometri percorsi a zero emissioni atmosferiche.

Hyundai è uno dei partner di riferimento di questa operazione sulla quale sono stati investiti 5,4 milioni di euro con fondi europei, italiani e provinciali. A Bolzano fanno sapere che l'impianto di H2 Sud Tirole è considerato “uno dei più grandi e innovativi a livello mondiale”. Dispone di tre elettrolizzatori modulari in grado di produrre fino a 180 Nm³/ora a condizioni normali. L’idrogeno compresso e stoccato sotto forma gassosa può rifornire fino a 15 autobus urbani (con tratte giornaliere di 200-250 km) o fino a 700 vetture. Un chilogrammo di idrogeno costa più di 13 euro (Iva inclusa).

Gli automobilisti che si fermano a fare il pieno alla stazione dell'H2 Sud Tirol beneficiano del self service. Una “curiosità” assoluta, visto che per i ben più diffusi Gpl o metano gli italiani non sono gratificati da una normativa così “comprensiva”. Almeno un paio di volte la settimana si fermano per il rifornimento anche guidatori “normali” (per quanto possa esserlo chi sta al volante di un modello a idrogeno). Oltre all'interesse di Toyota – che ha annunciato per l'anno prossimo l'avvio della commercializzazione della Mirai non appena, probabilmente a Milano, verrà aperta una seconda stazione di servizio – c'è anche quello di due costruttori tedeschi e della società petrolifera nazionale (Eni).


Sia Mercedes sia Bmw “gravitano” su Bolzano quando devono testare i loro modelli a idrogeno in condizioni difficili, come sulle montagne dolomitiche. La casa con la Stella lancerà una Glc a celle a combustibile, mentre Bmw lavora ad un modello Fuel Cell sulla base della Serie 5. La stessa A22, l'Autostrada del Brennero, progetta la realizzazione di cinque stazioni di rifornimento tra il confine e Modena. Ma il piano verrà probabilmente sbloccato solo dopo il (travagliato) rinnovo della concessione che è ormai in ballo da anni. L'investimento per un impianto non è indifferente: si parla di una cifra attorno al milione di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero