NAPOLI - Nessuno, oggi, obbliga l’industria dell’automotive a mettere sul mercato veicoli a idrogeno, men che mai in Italia, dove le infrastrutture per il rifornimento...
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In occasione degli Stati Generali sono state esposte nel cuore del “lungomare liberato” di Napoli due auto che hanno stupito coloro che si sono messi al volante per un test drive: la coreana Hyundai ix35 FCEV (Fuel Cell Electric Vehicle) e la più recente giapponese Toyota Mirai. La prima è un crossover compatto con potenza di 100 kW/136 cv capace di raggiungere i 160 km/h passando da 0 a 100 in 12,5 secondi, con autonomia di 590 km. La seconda è invece una berlina premium, 4,90 m di lusso e hi-tech, equipaggiata con un sistema di propulsione che consente di raggiungere i 178 km/h e di passare da 0 a 100 in 9,6 secondi, con autonomia di 500 km. I prezzi oscillano tra 60.000 e 80.000 euro, ma è chiaro che gli incentivi governativi dei vari paesi (Italia per ora esclusa) possono incidere a favore degli acquirenti e che in futuro il costo delle celle a combustibile diminuirà sempre più.
I costi sono particolarmente gravosi per i bus, in alcuni casi si possono raggiungere gli 850.000 euro. Ciò detto, a Bolzano sono già attivi 5 bus a idrogeno e nel corso del 2016 ne arriveranno altri dieci, mentre 10 Hyundai ix35 FCEV sono noleggiabili dai cittadini.
Gli Stati Generali di Napoli hanno fatto scoprire anche scooter e hybike, ovvero le bici con pedalata assistita che utilizzano piccole bombole caricate a idrogeno. Realizzate dal consorzio Atena nei laboratori dell’università Parthenope, sono per ora prototipi assemblati da laureandi e titolari di dottorati di ricerca. “Stiamo trattando con un’azienda specializzata in mountain bike per favorire la produzione industriale” informa il prof. Elio Jannelli, coordinatore del progetto, spiegando che l’autonomia di queste bici raggiunge i 150 km, contro i 40 delle batterie al litio e che il vantaggio è anche economico, in quanto il sistema a idrogeno assicura circa mille cicli di vita, mentre le batterie al litio durano 300 cicli. Nei laboratori dell’università hanno messo a punto anche una biga per la movimentazione di piccoli carichi aziendali e lavorano ad applicazioni per nautica, sport, uffici, condomini, hotel.
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Il Messaggero