GINEVRA - Anche Toyota sta preparando l’auto elettrica e la dimostrazione è l’i-Tril, un’auto urbana a emissioni zero e guida autonoma, lunga 2,38 metri e...
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La i-Tril ha le portiere che si aprono sollevandosi in avanti ad ala di farfalla e il sedile di guida che si gira di 20 gradi per facilitare l’ingresso e l’uscita dalla vettura anche negli spazi stretti. L’abitacolo è rivestito in tessuto ed Alcantara, ha il pavimento in legno riciclato ed è concepito come un bozzolo capace di infondere relax e protezione, ma anche di favorire la socialità. I comandi sono by-wire, ovvero senza collegamento meccanico, compreso il volante che ha una forma a cloche e ha al centro il display multifunzione che rappresenta l’unica interfaccia tra guidatore e veicolo, insieme all’head-up display, senza altri tipi di comando o pulsante. Non ci sono neppure i pedali.
La giapponese in curva si comporta quasi come una moto, perché piega fino a 10 gradi e le ruote anteriori su cerchio da 19 pollici, che hanno una carreggiata di 120 cm, si inclinano di 25 gradi mentre rimangono sempre parallele al terreno quelle posteriori, montate queste su un cerchio da venti pollici e distanziate tra loro della metà, ossia 60 cm. In questo modo si ottiene una marcia agile quanto divertente, anche quando il veicolo guida da solo, un assetto stabile e un raggio di sterzata di soli 4 metri. Il peso è di 600 kg, la trazione è posteriore e l’autonomia permessa dalla batteria è di oltre 200 km.
L’i-Tril fa capire che Toyota, dopo un periodo in cui aveva parlato solo di ibrido e idrogeno, ha deciso di riprendere seriamente in mano l’argomento dell’auto elettrica. Lo aveva affrontato nel 2009 con il concept FT-EV, presentato a Detroit e che anticipava la iQ EV, apparsa poi a Parigi nel 2012, ma senza alcun seguito produttivo. Da circa un anno invece la musica è cambiata: a Nagoya hanno creato la EV Business Plan Department condotta nientedimeno dal presidente in persona, Akio Toyoda. Per la guida autonoma invece le attività maggiori si svolgono negli Usa, in collaborazione con il Mit e l’università di Stanford. L’investimento è di oltre un miliardo di dollari con obiettivi prudenti: portarla in autostrada entro il 2020 e in città nel 2025.
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Il Messaggero