Guida autonoma, anche Toyota ferma i test. La decisione dopo incidente mortale di Uber in Arizona

Una Lexus a guida autonoma
LOS ANGELES - Dopo Uber, anche Toyota ha rivisto la sua sperimentazione della guida autonoma negli Stati Uniti a seguito dell'incidente mortale avvenuto in Arizona. La Casa...

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LOS ANGELES - Dopo Uber, anche Toyota ha rivisto la sua sperimentazione della guida autonoma negli Stati Uniti a seguito dell'incidente mortale avvenuto in Arizona. La Casa nipponica ha fermato il programma Chauffeur sulle strade pubbliche perchè - ha dichiarato il portavoce Brian Lyons - «i nostri collaudatori potrebbero essere influenzati emotivamente da questo incidente». Questa è l'ultima reazione ad una serie di prese di posizione, arrivate anche dal mondo istituzionale sul tema della pericolosità delle auto senza conducente.


L'incidente mortale che ha coinvolto una Volvo a guida autonoma in fase di sperimentazione da parte di Uber - ha Twittato l'ex segretario di stato Usa per i trasporti Antony Foxx - «deve suonare come una sveglia per l'intero settore industriale e per il Governo, per arrivare a dare una priorità ancora più elevata al tema della sicurezza». Il tema è di grande interesse, sia sul fronte delle aziende coinvolte (quelle dell'automotive e quelle dell'elettronica e dei servizi, come Google, Apple e Uber) che dei privati cittadini, oggi ancora più dubbiosi sulla utilità e la sicurezza dei robo-taxi che dovrebbero arrivare sulle strade nel prossimi anni. 

Come riporta il Financial Times in un'analisi che sottolinea la “crescita” globale dei dubbi, solo il 29% di un campione di intevistati a confermato di essere interessati alle auto a guida autonoma, mentre il 55% si dichiara contrario e il restante 16% afferma di "non essere sicuro". Gli stessi protagonisti a livello industriale stanno dando segnali contraddittori: mentre Apple avrebbe incrementato il numero dei veicoli in prova sulle strade della California portandole dalle 27 del gennaio scorso alle attuali 45, Waymo (che fa capo a Google) è invece scesa dalle 100 censite nel giugno del 2017 alle attuali 24. 


Secondo i dati delle Autorità della California, la flotta più grande di vetture self-driving in prova appartiene a Gm (105 veicoli), seguita da Apple, da Tesla, da Uber, da Waymo e da Drive Ai. Più ampia quella in Arizona, con un totale che supera le 600 unità. Dal 2014 ad oggi negli Stati Uniti sono stati registrati 60 incidenti che hanno coinvolto auto a guida autonoma, di cui due mortali: una Tesla di serie nel 2016 in Florida (in effetti un modello con inferiori livelli di autonomia, erroneamente capace di affrontare le emergenze) e la Volvo di Uber dei giorni scorsi.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero