Grasso, Ceo di Maserati: «Entro la fine del decennio vogliamo portare la redditività al 20%»

Davide Grasso, il Ceo di Maserati
MONTECARLO – Il ritorno al futuro di Maserati è elettrico. Il ritorno avviene in pista: «È naturale, veniamo da lì», dice Davide...

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MONTECARLO – Il ritorno al futuro di Maserati è elettrico. Il ritorno avviene in pista: «È naturale, veniamo da lì», dice Davide Grasso, il Ceo di Maserati, venuto nel Principato di Monaco per seguire l'ePrix di Formula E, il nono della nona stagione, la prima con un costruttore italiano ai nastri di partenza. «La visibilità, l'immagine e i benefici in termini di marketing sono andati finora al di là di ogni più rosea aspettativa», aggiunge. «Seppur con umiltà, vorrei aggiungere che anche la Formula E ha beneficiato dell'ingresso di un marchio come Maserati», argomenta. E il futuro è, appunto, a zero emissioni come la Tipo Folgore impiegata nel campionato politicamente corretto. Entro il 2025 ogni modello avrà anche una declinazione elettrica, mentre con la fine del decennio la gamma sarà solo a batteria, ma Grasso non esclude che la conversione possa avvenire anche prima.

Il manager vede spazi di crescita ovunque, anche perché nel primo trimestre la casa del Tridente ha contabilizzato ricavi (+65%) e vendite (+95%) in aumento a livello globale: «In Corea e Giappone ci siamo riorganizzati, ma nei prossimi mesi con le elettriche diventeremo molto appetibili anche nell'Europa Settentrionale», insiste.

Cosa rappresenta il Tridente?

«Maserati deve continuare a essere il marchio di riferimento dell'eccellenza e del lusso italiano. È un marchio di lusso e faremmo un disservizio a noi stessi e ai nostri centodieci anni di storia se lo portassimo a un livello più basso rispetto a quello dove è sempre stato».

Nel gruppo Stellantis Ds si identifica per il “lusso francese”: nessun rischio di cannibalizzazione?

«Facciamo parte della stessa famiglia: siamo compagni di squadra. Noi abbiamo oltre un secolo di storia alle spalle, Ds ha un altro percorso. Anche le nostre gamme e la nostra offerta sono differenti. Il mondo è sufficientemente grande per entrambi. Semmai possiamo fare leva sulle cooperazioni interne con benefici per noi e per loro senza per questo inquinare i reciproci posizionamenti».

Altri costruttori puntano al lusso...

«Noi siamo unici e pensiamo di non aver alcun rivale diretto. Il lusso italiano abbraccia qualsiasi tipo di esigenza del consumatore, dai quattro posti comodi ai due secchi».

Come è cambiata Maserati in questi anni?

«Abbiamo modificato l'approccio perché il marchio soffriva di una distonia tra la percezione e l'esperienza. I nostri valori non sono cambiati e includono il design e le prestazioni oltre all'italianità, ma abbiamo messo il consumatore al centro. E sappiamo che i nostri clienti sono interessati tanto all'esterno della macchina quanto all'interno».

E i vostri clienti sono?

«Sono ben distribuiti a livello globale, con il 15% nell'area Asia/Pacifico e con le regioni Europa, Africa e Medio Oriente, le Americhe e la Cina a spartirsi equamente il resto. E sono quelli che noi identifichiamo come clienti del segmento “global luxury”».

Tutto nel nome del lusso...

«Ci piace pensare che Maserati sia quella che muove quelli che muovono il mondo. Però il lusso non esiste senza qualità, altrimenti è una promessa mancata. Né senza redditività, perché significa che il mercato non riconosce il valore».

Il suo obiettivo per la redditività?

«Nella seconda parte dello scorso anno abbiamo raggiunto la doppia cifra, quest'anno cresceremo e nella prima metà del prossimo saremo al 15%. Non vedo alcuna ragione per cui Maserati non possa essere al 20% entro la fine del decennio».

È soddisfatto dell'esperienza in Formula E?

«La visibilità e la sostenibilità erano fra le ragioni che ci hanno spinto facilmente ad accettare la proposta di Agag (il co-fondatore del circuito elettrico, ndr.). Poi c'è l'apprendimento: da inizio gennaio abbiamo già imparato molto dalle gare. Vogliamo accelerare il nostro percorso nella nuova dimensione elettrica».

Pensa all'espansione della gamma a zero emissioni, la Folgore?

«Arrivano prima la Gran Turismo e poi la Grecale. Poi la Quattroporte e la Mc20 Cielo, mentre la Levante è prevista nel 2026. Per centrare gli obiettivi di redditività non penso che presenteremo altri modelli: siamo nei segmenti in cui vogliamo essere con le macchine che ci interessano».

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Il Messaggero