La sfida è lanciata, silenziosa, inesorabile. Perché solo chi conosce la realtà produttiva cinese può comprendere bene quello che sta accadendo...
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Insomma, un patrimonio umano, tecnico, economico (29 miliardi di euro di fatturato nel 2022, +96% sul 2021 con una capitalizzazione di 134 miliardi di dollari) che lo scorso anno si è tradotto in 1,86 milioni di vetture vendute nel mondo, di cui il 30% elettriche. Una crescita esponenziale che quest’anno potrebbe tradursi in un altro record, cioè il sorpasso nelle vendite di vetture solo elettriche a danni di Tesla, la Casa icona delle auto a zero emissioni. Infatti, solo a novembre BYD - che ha già prodotto 6 milioni di vetture a nuova energia, elettriche e ibride plug-in, NEV, come le definiscono in Cina - ha venduto 301.378 unità elettrificate (+31% rispetto al 2022), con una crescita super delle elettriche (+49%) e del +13% delle plug-in. Un autentico braccio di ferro con Tesla che a settembre veniva data in vantaggio di sole 3.000 unità. Troppo poco probabilmente, visto che BYD questa sfida se la gioca in casa, sul mercato interno cinese. Dove i suoi numeri sono aiutati da altri brand del Gruppo come Fang Cheng Bao e Yangwang e da una gamma economicamente più accessibile. Tesla conta su 4 modelli - Model S, Model 3, Model X e Y - con listini da 40.000 a 100.000 dollari, BYD invece ha Song, Qin Plus, Dolphin, Yuan Plus e altri modelli sotto il marchio Han che dominano la classifica delle prime 10 auto più vendute in Cina (qui compare solo Model Y). Come se non bastasse, a Shanghai BYD ha lanciato sul mercato interno la Seagull, elettrica per tutti al prezzo di circa 10 mila dollari.
Oltre l’accessibilità e le sfide globali, BYD comunque è in grado di vincere anche quella della qualità, come abbiamo potuto verificare personalmente guidando la BYD Seal (una delle 7 finaliste dell’Auto dell’Anno 2024). Una berlina dalle grandi qualità estetiche, dinamiche e di efficienza, che insieme alla Atto 3 e alla Dolphin e alla Seal U, un Suv che arriverà a inizio dell’anno contribuirà non poco alla crescita dei numeri di BYD di Europa e in Italia, oltre ad aumentare la considerazione e la credibilità del Marchio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero