GM come Airbnb, singoli verso affitto auto. Clienti potranno inserire annuncio per vetture che non usano

GM come Airbnb, singoli verso affitto auto. Clienti potranno inserire annuncio per vetture che non usano
NEW YORK - La sharing economy conquista anche General Motors. Il colosso di Detroit si ispira ad Airbnb e si appresta - secondo indiscrezioni - a lanciare un nuovo servizio che...

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NEW YORK - La sharing economy conquista anche General Motors. Il colosso di Detroit si ispira ad Airbnb e si appresta - secondo indiscrezioni - a lanciare un nuovo servizio che consente ai proprietari di auto di affittare i loro veicoli quando non li usano. Basterà pubblicare l’inserzione sulla piattaforma di Gm Maven: i ricavi saranno poi divisi fra i titolari dei mezzi affittati e la casa automobilistica. Per Gm si tratta di un nuovo passo nella trasformazione della società da “semplice” produttore di auto a fornitore di servizi per la mobilità.


La novità del progetto pilota sta nel fatto che i titolari potranno offrire direttamente l’affitto di auto ad altri singoli individui e, soprattutto, che Gm non sarà la titolare delle auto affittate. Il colosso di Detroit già offre servizi di noleggio ma ad un pubblico diverso: li offre agli autisti di auto come Uber o a consumatori che vogliono noleggiare per brevi periodi. Si tratta però di contratti in cui Gm è la titolare del veicolo noleggiato: con l’affitto diretto, invece, Gm ha l’occasione di alleggerire il suo bilancio da asset materiali. Altre aziende già offrono servizi simili, ispirandosi all’idea di Airbnb, ovvero affittare un bene quando non lo si usa. Fra queste ci sono le start up Turo e Getaround.

Il numero di utenti registrati a Turo è quintuplicato a 5 milioni negli ultimi due anni, con più di 200.000 auto in affitto. La società ha di recente raccolto 92 milioni di dollari, per una valutazione di 700 milioni di dollari. Il trend della auto in affitto diretto ha già sollevato dubbi e polemiche da parte delle compagnie di autonoleggio come Hertz e Avis, in pressing sul Congresso americano affinché, vengano riviste le norme e imposta la stessa tassazione fra le società di sharing di auto e quelle di autonoleggio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero