Giappone, prezzo benzina ai massimi in 15 anni a 1,16 euro. Governo studia estensione sussidi per frenare aumento

Un benzinaio in Giappone
TOKYO - Cresce per la 14esima settimana consecutiva il prezzo medio al dettaglio della benzina in Giappone, raggiungendo un nuovo massimo in 15 anni. A far salire le quotazioni la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TOKYO - Cresce per la 14esima settimana consecutiva il prezzo medio al dettaglio della benzina in Giappone, raggiungendo un nuovo massimo in 15 anni. A far salire le quotazioni la riduzione progressiva del programma di sovvenzioni statali introdotto nel 2022 per arginare gli aumenti dei prezzi a seguito dell’impennata del petrolio, poco prima del conflitto in Ucraina. Nei giorni scorsi secondo le rilevazioni governative il prezzo medio per la benzina si è attestato a 183,70 yen (1,16 euro) per litro, aumentando di 1,80 yen rispetto alla settimana precedente e raggiungendo il suo livello più alto dall’agosto 2008.

Con il programma di sussidi destinato a concludersi alla fine di settembre, il premier Fumio Kishida ha incontrato il responsabile delle riforme politiche del Partito Liberal-democratico, Koichi Hagiuda, invitandolo a formulare delle misure per attenuare l’impatto dei prezzi entro la fine di questo mese. Tra le opzioni prese in considerazione un’estensione del programma di sovvenzioni per i distributori di petrolio. Secondo un’indagine governativa si prevede che i prezzi della benzina continueranno a salire nella prossima settimana a fronte della persistente debolezza dello yen, e in scia alla decisione del principale fornitore di Tokyo, l’Arabia Saudita, di estendere la riduzione della produzione fino al temine di settembre.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero