GENOVA - La ripresa c’è o non c’è? Il governo è soddisfatto, le famiglie un po’ meno. E dunque il dibattito sulla forbice larga tra ripresa...
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Segnali inequivocabili d’una ritrovata serenità da parte di chi produce e di chi acquista, di nuovo pronti a dialogare, se non a concludere affari, su qualcosa che non rientra certamente nelle necessità, ma esprime valori non trascurabili: capacità progettuali, innovazione, tecnologia, occupazione da parte delle imprese; piacere di andar per mare, lungo le nostre coste immerse per ottomila chilometri nel Mediterraneo, da parte di chi per tanti anni ha dovuto rinunciare anche al piacere di sognare una barca, che fosse un piccolo gommone o un grande yacht.
«Tutto ciò non è un miracolo ma il frutto d’un lungo lavoro delle imprese del settore e del dialogo con le istituzioni locali e nazionali» ha detto Carla Demaria, presidente di Ucina, presentando al ministro Delrio e al viceministro Casero il dossier “Nautica in cifre”. Dal quale emerge che nel 2016 la nautica italiana ha totalizzato 3,44 miliardi di euro di fatturato globale (+18,6% rispetto al 2015) e che il mercato interno è cresciuto del 24,1%. Cresce anche il numero degli addetti diretti (18.480, l’1,9% in più rispetto all’anno scorso), così come il contributo al Pil (1,92 per mille). Altri segnali incoraggianti, il trend positivo del leasing nautico (+25%) e del turismo costiero.
Certo, la strada per il consolidamento è ancora lunga, permangono difficoltà che rallentano l’arrivo del nuovo Codice della nautica, ritarda la revisione dei canoni demaniali, e anche il contributo di 1,5 milioni al Salone di Genova è ancora una promessa; ma il dialogo è aperto, e Delrio ha assicurato di averne parlato con il ministro Calenda e che «tutto si risolverà».
È in questa ritrovata cornice di fiducia che i cantieri hanno messo in mostra il meglio della produzione proiettata sulla stagione 2018. Di rilievo le presenze di colossi come Azimut e Baglietto, mentre si fa notare l’assenza di Ferretti Group, nonostante che il Salone sia dedicato a Carlo Riva, fondatore di uno dei marchi storici del gruppo e del Made in Italy. Peccato.
Azimut schiera 9 imbarcazioni tra 34 e 72 piedi, tra le quali spiccano i nuovi Fly 60 (è stata eletta “Barca dell’Anno” proprio al Salone) e S7. Prima nazionale anche per il Baglietto M19, yacht veloce ispirato ai Mas, e per il Sanlorenzo SX88, originale crossover con poppa bassa e grandi spazi a contatto col mare: ricorda un po’ le scelte anticonvenzionali di Arcadia, da parte sua presente a Genova con tre unità (Sherpa, A80 e A100). Più tradizionali gli yacht di Monte Carlo e Amer, anche se il cantiere sanremese ha presentato il progetto dell’Amer 94, condiviso con Volvo Penta e mirato alla realizzazione entro il 2018 di un super yacht hi-tech, costruito con impiego di carbonio e batterie al litio, che potrà assicurare consumi e autonomie da record.
Una sorpresa è venuta dal comparto vela (in grande spolvero), con il Cantiere del Pardo cimentatosi per la prima volta nella costruzione di una barca a motore, un cabinato di 13 metri spinto da due Volvo Penta IPS 600. In prima linea, in questa fascia, i marchi storici del made in Italy come Cranchi, Rio, Fiart, Gagliotta, Rizzardi, Tornado. In grande evidenza anche la flotta di lobster di Austin Parker, mentre Galeon s’è fatto notare per l’originale seduta girevole a 360 gradi sulla poppa del 510 Fly.
È tornato a Genova anche Apreamare, con il neonato Gozzo, 10 metri di originalità tutta da scoprire, mentre gli innovatori di EVO Yacht presentano un EVO 43 con T-Top in carbonio e il nuovo EVO WA progettato da Valerio Rivellini. Dalla mano del designer napoletano è venuto anche il nuovo Blue Ice, open veloce con due motori da 300 hp. Per il resto, la scena è dominata dai gommoni, settore che ci vede leader nel mondo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero