ROVERETO - Un’auto di proprietà giace inutilizzata per circa il 95% del suo tempo. Un mezzo car sharing invece è attivo per oltre il 40% del tempo. E ancora:...
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Sempre più aziende, in effetti, stanno investendo sulla trasformazione della linea di produzione, puntando al recupero degli scarti e alla rigenerazione (il ‘remanufacturing’) delle automobili a fine vita. Uno degli esempi, studiato anche dalla Ellen MacArthur Foundation, è quello del gruppo francese Renault, il primo ad aver realizzato una fabbrica di remanufacturing di automobili a Choisy-le-Roi, nella periferia di Parigi. Qui, 325 addetti lavorano per reingegnerizzare componenti usate che vengono vendute come pezzi di sostituzione al 50-70% del loro prezzo originale, con una garanzia di un anno, generando entrate per circa 250 milioni di euro l’anno. E ancora, FiatChrysler Automobiles. Il Gruppo, per alcuni veicoli bio-based, ha scelto materiali facilmente riciclabili, fibre naturali come il kenaf e la juta, materia rinnovata come il nylon riciclato e ha ridotto il consumo di acqua nella filiera (-27,5% dal 2010) e di scarti (-18,7%), con taglio delle emissioni di quasi un decimo.
Il remanufacturing si concentra soprattutto per i ricambi, riducendone così i costi per i consumatori e il volume di scarti destinati alla discarica. Lo stabilimento di Cassino, uno dei più avanzati al mondo, è un impianto «zero waste» (obiettivo raggiunto dal 2000). Cosa significa? Qui, neanche un grammo di scarti o rifiuti industriali viene inviato a discarica. Dato che il 100% dell’energia elettrica utilizzata dallo stabilimento proviene da fonti rinnovabili e il 100% delle emissioni legate all’uso di energia termica sono compensate, lo stabilimento di Cassino è anche «zero Co2 emission». Attenzione anche al recupero dell’acqua utilizzata nelle cabine di verniciatura per raccogliere le particelle di colore che non si depositano sulla carrozzeria. Questa viene raccolta, depurata e ricircolata nella medesima cabina. Innovative le tecnologie usate per la stesura della mano di fondo: per non impiegare nemmeno una goccia d’acqua sono state adottate delle cabine che impiegano una tecnologia rivoluzionaria a secco. Le particelle di vernice in eccesso sono raccolte da un flusso d’aria e assorbite da speciali filtri, che vengono poi avviati ad attività di recupero.
Insomma, se il 2017 è stato l’anno dell’ auto elettrica, con Paesi come Francia, Germania e Cina che hanno dichiarato di voler mettere al bando entro i prossimi 20 anni le auto a diesel e benzina, il 2018 potrebbe essere l’anno dell’economia circolare. Sul tema dell’economia circolare applicata al settore si concentrerà, per la prima volta, il Forum Innovazione Mobilità Sostenibile, che si terrà il 5 dicembre a Polo Meccatronica, l’incubatore hi-tech di Trentino Sviluppo di Rovereto. Al centro dell’incontro, un modello industriale dove è possibile minimizzare gli scarti e gli sprechi di materia, valorizzando il valore d’uso e riducendo l’uso di materie prime, acqua ed energia per la costruzione di mezzi di trasporto. Il valore del settore è destinato a crescere fino a 400-600 miliardi di euro entro il 2030 - dice Paolo Pretti, direttore operativo di Trentino Sviluppo - Per questo nei nostri due incubatori Polo Meccatronica e Progetto Manifattura stiamo investendo in questa direzione e ospitando sempre più startup innovative che operano proprio nel settore«. Ad esempio, E-Agle Trento Racing Team dell’Università degli Studi di Trento ha progettato e realizzato una monoposto a propulsione elettrica con la quale ha partecipato al campionato Formula Sae. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero