FE a Valencia, test al via nella "bolla" antivirus in una città dove si gira con la mascherina anche all'aria aperta

L'ingresso del circuito Ricardo Tormo a Valencia
VALENCIA – La Formula E tiene duro sulla cosiddetta “bolla”. Anche quest'anno per accedere al circuito serve un test molecolare, malgrado alle...

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VALENCIA – La Formula E tiene duro sulla cosiddetta “bolla”. Anche quest'anno per accedere al circuito serve un test molecolare, malgrado alle autorità spagnole basti il solo Green Pass. Un anno dopo i test quasi spettrali in tempi di pandemia, la portuale Valencia accoglie la carovana con un tiepido sole. La tempesta del covid non è ancora alle spalle, ma almeno dal punto di vista meteorologico sulle prove ufficiali che anticipano la stagione numero 8 regna è prevista una grande serenità. 

La città, ottocentomila abitanti, i fasti della Coppa America del 2007 e l'orgoglio della Ciutat de les Arts i les Ciències edificata quasi a ridosso del mare per suggellare il capolavoro urbanistico del Jardí del Turia, il più grande parco urbano spagnolo, 110 ettari ricavati nell'antico letto del fiume deviato per evitare nuove inondazioni, è sostanzialmente indifferente all'evento, malgrado la passata stagione abbia ospitato anche due ePrix del primo campionato mondiale elettrico Fia della storia. La città ha altro di cui occuparsi, anche se la eco della Formula E è bene accetta casomai dovesse far affluire orde di turisti. La Generalitat è la seconda roccaforte spagnola di Vox, il partito neofranchista di estrema destra, ma anche se non è obbligatorio quasi tutti indossano la mascherina all'aria aperta, indipendentemente dal distanziamento.

Lungo le 14 curve (9 a sinistra e 5 a destra) del Circuito Ricardo che misura poco più di 4 chilometri e che dispone di un rettilineo che non raggiunge i mille metri, si misurano 22 piloti, quelli schierati da 11 scuderie. L'ultima e finora sola volta in cui era stato contabilizzato lo stesso numero di partenti risale alla quinta stagione, a cavallo fra il 2018 e il 2019. Poi c'erano stati due campionati a pieno regime, con dodici squadre. Dei 120.000 posti che costituiscono la capienza massima, solo la metà dei quali a sedere, per volontà dell'organizzazione nessuno sarà occupato, come prima della pandemia. 

I test, tuttavia, non mobilitano gli appassionati del circuito a zero emissioni, abituati a venire coccolati con gare a domicilio, “servite” nei centri cittadini. Il circuito si trova a una ventina di chilometri dalla città. Fra il 29 novembre e l'1 dicembre sono in programma cinque sessioni i prove, due al giorno lunedì a martedì prima e dopo i pasti (tra le 9 e le 12 e tra le 14 e le 17) e una il giovedì, una maratona di sei ore dalle 9 alle 15. Quella di mercoledì è invece la giornata dedicata alle passerelle fotografiche e agli incontri tecnici. Si tratta di complessive 18 ore in pista per un totale di 5/6.000 giri stimati dall'organizzazione, che ha approfittato dalla domenica per effettuare il “Drone testing”.

Un anno fa il più veloce in assoluto nelle prove era stato il tedesco Maximilian Günther (1:11.760), che nel frattempo è passato alla Nissan eDams dopo che la Bmw ha lasciato la Formula E. Per quanto indicativi, i tempi non sono il parametro di riferimento per i “muretti”, che hanno necessità di capire se simulazioni, elaborazioni e nuove messe a punto corrispondono o meno alle attese. E, infatti, i due ePrix erano poi stati vinti da Nyck de Vries (al termine di una gara pirotecnica e meno di 10 piloti classificati) con la Mercedes Eq e da Jake Dennis con la Bmw i Andretti. Il primo si è poi aggiudicato il titolo individuale (e a squadre), il secondo si è classificato terzo.

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Il Messaggero