Formula E, i fan a caccia di autografi: quando i piloti non sono ancora delle star

La sessione degli autografi ai tifosi
PARIGI – Doveva piovere, ma sulla capitale della Francia splende il sole. Almeno quando la piccola truppa di curiosi (più che appassionati sfegatati) si mette in...

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PARIGI – Doveva piovere, ma sulla capitale della Francia splende il sole. Almeno quando la piccola truppa di curiosi (più che appassionati sfegatati) si mette in conda per la sessione di autografi. I piloti della Formula E siedono dietro ai tavoli dell'Allianz eVillage che ospita i costruttori che animano il campionato.


Una agguerrita truppa di fotografi e cineoperatori è alla ricerca di qualche scatto “memorabile”. I fan di un autografo. E di qualcosa da raccontare. Tipo la signora che, approfittando della fila, si ferma a scambiare due chiacchiere con ciascun protagonista dei quali ignora praticamente tutto. Non c'è ressa. Non ancora, almeno. Il circuito a zero emissioni che porta il motorsport nel cuore delle città ha un'accoglienza tiepida per il momento.

Una ragazza parla con José Maria Lopez, il pilota della scuderia Ds Vergin: «Da dove vieni?», gli chiede. Il tre volte campione del mondo del World Touring Car Championship (Wtcc) glielo dice, dall'Argentina. In Formula 1 non sarebbe successo. E nemmeno succede che venti piloti siedano assieme all'ora di pranzo del giorno prima della gara per firmare autografi e rispondere a domande di sconosciuti.

Le firme di alcuni sono naturalmente più gettonate di altri. Nessuno si offende se viene “saltato”. Nemmeno quelli che hanno un trascorso in Formula 1, tipo il tedesco Nick Heidfled (Mahindra), che pure è già salito due volte sul podio quest'anno, incluso su quello di Monaco, sabato scorso, vengono gratificati da un particolare trasporto. Ma i piloti parlano, sorridono, firmano e chiacchierano fra di loro. Lucas Di Grassi (Abt Schaeffler Audi) in modo più animato degli altri.

I campioni “umani” sono in mezzo alla gente. Che, per ragioni ovvie, sembra aver un debole per Nico Prost, che è francese e che a uno non troppo addentro nello sport, ricorda molto un personaggio famoso, tipo Alain Prost, che è suo padre e che è il co-fondatore della scuderia che sta dominando il mondiale per le monoposto elettriche. Quella di oggi, nel cuore di una Parigi pattugliata de un piccolo esercito di agenti in tenuta da combattimento, è solo l'antipasto.

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Il Messaggero