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Due miliardi per sbarcare nel futuro elettrico: Ford li ha investiti sullo storico stabilimento tedesco di Colonia, a due passi dalla ex capitale Bonn, che diventerà il primo impianto produttivo a zero emissioni dell’Ovale Blu a livello globale, con una capacità di 250.000 veicoli l’anno spalmata su una superficie complessiva di 125 ettari. Sarà anche quello dove verrà assemblato il Suv a batteria Explorer, realizzato sull’architettura Meb oggetto dell’intesa strategica con il gruppo Volkswagen, che sulle linee di assemblaggio soppianta la best seller Fiesta, ormai prossima al capolinea. All’inaugurazione del Ford Electric Vehicle Center sono intervenuti non solo Bill Ford, ma anche il cancelliere Olaf Scholz: un evento nell’evento.
«Questo impianto sarà uno dei più efficienti e responsabili dal punto di vista ambientale – ha garantito il 66enne pronipote del fondatore, presidente esecutivo del colosso americano - Sono entusiasta di continuare a lavorare per un futuro a zero emissioni per i nostri figli e i nostri nipoti». «Una buona notizia per Colonia, per l’industria automobilistica in Germania, per la mobilità elettrica e per il futuro», ha commentato Scholz.
Dell’attuale Explorer da oltre 5 metri di lunghezza, che era a listino anche in versione plug-in, almeno in Europa la nuova generazione porta praticamente solo il nome. Non solo perché il Suv è elettrico, ma anche perché è molto più compatto, meno di 4,5 metri. Eppure è già stato anticipato con un bagagliaio da 470 litri di capienza e a trazione posteriore o integrale. Per altri dettagli tecnici ci sarà da pazientare perché la inedita Ford Explorer arriverà l’anno prossimo come quarto modello a zero emissioni della gamma dell’Ovale Blu. I primi tre sono il crossover Mustang Mach-E, il veicolo commerciale E-Transit e il pick-up F-150 Lightning.
L’offensiva di Ford prosegue anche con modelli ad alimentazione convenzionale, perché in un mercato europeo di respiro sempre più globale ha deciso di presentare prodotti che hanno un grande successo sull’altra sponda dell’Atlantico.
Altrettanto estremo, ma già noto in Europa, è il pick-up Ranger a listino anche come Raptor, una variante che monta il biturbo V6 da 3.0 litri sviluppato da Ford Performance, la divisione che si occupa delle alte prestazioni e che è al lavoro per il ritorno del costruttore americano nel mondiale di endurance, il Wec, e alla 24h di Le Mans con una Mustang Gt3 equipaggiata con un V8 da 5.4 litri e per ritorno alla Dakar del prossimo gennaio (dal 5 al 19) con un Raptor T1+. L’unità del Ranger Raptor di serie ha 292 cavalli e 491 Nm di coppia: dispone di un blocco cilindri in ghisa a grafite compatta, che è circa il 75% più resistente e fino al 75% più rigido rispetto alle fusioni tradizionali. Il Raptor è disponibile anche con un più “misurato” propulsore da 2.0 litri.
L’esclusivo modello anticipa l’arrivo della prossima generazione del pick-up per il quale Ford rivendica il primato continentale al “botteghino”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero