ROMA - Laura Boldrini non parteciperà alla cerimonia del 9 luglio nello stabilimento Fiat della Val di Sangro. In una...
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In una lettera a Sergio Marchionne, la presidente della Camera spiega che «per impegni istituzionali già in agenda» non può accogliere l'invito, ma dice anche no alla «gara al ribasso sui diritti». A Milano, dove il Lingotto presenta le due nuove versioni della 500L, la Living e la Trekking, l'amministratore delegato della Fiat è assente.
La sua presenza non è mai stata ufficialmente in programma, ma fino a poche ore prima dell'evento è data per scontata dalla stampa perchè a cerimonie analoghe Marchionne non è mai mancato e perchè la 500 è un modello su cui il gruppo punta molto. Dal lancio del 4 luglio 2007 ne sono state vendute 1 milione e 100 mila e anche la versione più grande la 500L ha ottenuto buoni risultati. Nessuna risposta, quindi, a Boldrini, che nella lettera usa parole molto chiare: «Le vecchie ricette hanno fallito - afferma - e ne servono di nuove. Affinchè il nostro Paese possa tornare competitivo è necessario percorrere la via della ricerca, della cultura e dell'innovazione. Una via che non è in contraddizione con il dialogo sociale e con costruttive relazioni industriali: non sarà certo nella gara al ribasso sui diritti e sul costo del lavoro che potremo avviare la ripresa».
Una presa di posizione netta che arriva il giorno dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori nella parte relativa al diritto di rappresentanza solo per le sigle sindacali firmatarie di contratto. Una decisione che dà ragione alla Fiom e che a Marchionne non è sicuramente piaciuta. «La sentenza va applicata, le parti sociali devono parlarsi e su questo il governo non c'entra», precisa il sottosegretario allo Sviluppo economico, Claudio De Vincenti, «Con la Fiat - spiega - discutiamo delle strategie aziendali e abbiamo svolto un lavoro di analisi industriale, arrivando a individuare i temi di fondo. La Fiat ha confermato i propri impegni sugli stabilimenti italiani: contiamo che l'impegno venga rispettato».
Plaude la leader della Cgil Susanna Camusso: «Dobbiamo davvero festeggiare per l'accordo firmato unitariamente a Cisl e Uil sulla rappresentanza e dobbiamo festeggiare perchè la sentenza della consulta dice che nessuno potrà mai cacciare un sindacato da un'azienda». Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, auspica che la Fiom «faccia rientrare la democrazia in fabbrica accettando le maggioranze che si esprimono di volta in volta. La vicenda nasce perchè la Fiom non rispetta la maggioranza dei lavoratori». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero