Ferrari, utile netto in crescita del 30% a 136 ml nel 2° trimestre. +36% vendite modelli a 12 cilindri

Il cavallino rampante simbolo della Ferrari
TORINO - La Ferrari ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto adjusted di 136 milioni, in crescita del 30% rispetto all’analogo periodo 2016 e con un ebit pari a 202...

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TORINO - La Ferrari ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto adjusted di 136 milioni, in crescita del 30% rispetto all’analogo periodo 2016 e con un ebit pari a 202 milioni «a livello record» (+29%). I conti sono stati approvati dal consiglio di amministrazione a Maranello. «Verso un altro grande anno», commenta la società. L’indebitamento industriale netto è sceso a 627 milioni rispetto ai 653 milioni del 31 dicembre 2016, «grazie alla generazione di un forte free cash flow industriale, nonostante la distribuzione ai possessori di azioni ordinarie pari a 120 milioni di euro».


La casa di Maranello ha realizzato nel secondo trimestre ricavi netti per 920 milioni di euro, in aumento del 13,5% (+12,8% a cambi costanti). Sono state consegnate 2.332 vetture, 118 in più dell’anno precedente (+5,3%). «Questo risultato - spiega la casa di Maranello - è stato trainato da un aumento del 36% delle vendite dei modelli a 12 cilindri (V12), mentre quelle dei modelli a 8 cilindri (V8) sono state sostanzialmente in linea con l’anno precedente.

La forte performance dei modelli V12 è stata guidata dalla GTC4Lusso e da LaFerrari Aperta, andamento in parte compensato dalla performance della F12berlinetta (in fase di uscita dal mercato) e della F12tdf, che sta concludendo il suo ciclo di produzione limitato. La 812 Superfast deve ancora essere lanciata sul mercato, ma ha già una lista d’attesa che va oltre il 2018. Le performance dei modelli V8 hanno risentito degli effetti della California T, giunta al suo quarto anno di commercializzazione, in parte compensate da quelle della famiglia 488 e della GTC4Lusso T».

La Ferrari conferma l’outlook per il 2017: 8.400 consegne, incluse le supercar, ricavi netti oltre 3,3 miliardi di euro, ebit adjusted maggiore di 950 milioni. L’indebitamento industriale netto è previsto in calo a 500 milioni, «inclusa una distribuzione ai possessori di azioni ordinarie ed esclusi potenziali riacquisti di azioni».
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Il Messaggero