MARANELLO - La produzione verrà avviata nella seconda metà dell’anno e le prime consegne avranno inizio nel 2020, ma la nuova Ferrari SF90 Stradale ha...
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Lo ha ricordato Louis Camilleri, erede del compianto Sergio Marchionne al vertice di Maranello, definendo la Ferrari «il tempio del design e dell’innovazione, un’azienda capace di sfidare il cambiamento a suo modo, con piani e visioni per i prossimi dieci, venti, trent’anni, e con uomini sostenuti da passione e talento inimitabili». Enfasi retorica? Può darsi che l’erede di Marchionne (primo firmatario, tre anni fa, del via libera al progetto) si sia lasciato prendere un po’ la mano. Ma la nuova SF90 Stradale – è bene precisarlo – segna effettivamente un punto di svolta nella storia del Cavallino, destinata tra l’altro ad arricchirsi ulteriormente con altre tre novità di prodotto previste entro la fine dell’anno. Con 1000 cavalli, la SF90 è innanzitutto la Ferrari stradale più potente di sempre; la prima ibrida plug-in; la prima con quattro motori, uno termico (sistemato in posizione posteriore/centrale) e tre elettrici (due davanti e uno dietro); la prima con trazione integrale; la prima con cambio F1 a 8 marce (è più leggero e riduce i tempi di cambiata del 13%); la prima che può percorrere 25 km a zero emissioni.
E ancora: è la Ferrari stradale più veloce di sempre (340 km/h) con capacità di accelerazione sbalorditive (0-100 in 2,5 secondi). Se non bastasse, è anche la prima che si può aprire e mettere in moto tenendo in tasca la chiave. Il propulsore base è il V8 turbo da 780 cv recente vincitore, per il quarto anno consecutivo, del premio “motore dell’anno”, ma con cilindrata aumentata da 3.902 a 3.990 cc; in più ci sono i tre motori elettrici (due sistemati anteriormente, uno dietro) che apportano altri 220 cv. Le tre unità sono alimentate da una batteria agli ioni di litio ricaricabile a una presa di corrente (sistema plug-in) che assicura, come detto, 25 km d’autonomia in modalità elettrica. I due motori indipendenti anteriori permettono alla SF90 Stradale di raggiungere i 135 km/h, ma l’aspetto più importante è che, con il V8 spento e il moto assicurato dalle unità elettriche, questa Ferrari può avere accesso alle ZTL, dimostrandosi a tutti gli effetti un’auto in linea con i tempi che cambiano. Ciò detto, siamo comunque in presenza di una supercar ad alte prestazioni “costruita per osare, andare oltre”, come tiene a ricordare il responsabile dello sviluppo tecnologico Michael Leiters, illustrando il lavoro svolto per contenere il peso (1570 kg, grazie all’impiego di materiali come la fibra di carbonio, l’alluminio, il titanio, il magnesio), per migliorare l’aerodinamica (grazie al Centro Stile di Flavio Manzoni), ottimizzare il rapporto uomo-macchina (con volante e strumentazione ispirati alla Formula 1).
Il comportamento dinamico è stato testato dai collaudatori fin sulle piste ghiacciate di Arjeplog, al Circolo polare artico, e sul circuito di Fiorano, dove l’hanno guidata in anteprima anche Vettel e Leclerc. Nessun altro ha potuto ancora guidare la nuova Ferrari, ma sotto i riflettori di Fiorano è stato possibile scoprire un abitacolo che ricorda una cabina aerospaziale e una posizione di guida studiata per rispettare una regola mutuata dalla Formula 1: occhio alla strada e mani sul volante, sempre. Per questo è stato studiato un rivoluzionario sistema digitale, incentrato su un cockpit che prevede un unico schermo ad alta definizione da 16 pollici, curvato verso il guidatore e la possibilità di proiettare le informazioni principali sul parabrezza. I comandi sul volante sono a sfioramento, con un’unica eccezione: il manettino (ribattezzato e-manettino) che consente di impostare quattro modalità di gestione del powertrain: Hybrid, e-Drive, Performance e Qualify. Per gli insaziabili è prevista anche una versione speciale, denominata Assetto Fiorano, con aerodinamica e regolazioni racing. Costerà un po’ di più, ma per i clienti Ferrari, quasi tutti collezionisti, è un dettaglio del tutto ininfluente. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero