Ferrari, Maya l'“olandesina volante” prima pilota dell'Academy. Nel Camp finale la 16enne Weug batte tre rivali

Maya Weug, la sedicenne olandese è la prima ammessa alla Driver Academy di Maranello
MARANELLO - Ha 16 anni, è olandese e si chiama Maya Weug. È questo il profilo essenziale della pilota pronta a scrivere una pagina di storia della Ferrari, la prima...

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MARANELLO - Ha 16 anni, è olandese e si chiama Maya Weug. È questo il profilo essenziale della pilota pronta a scrivere una pagina di storia della Ferrari, la prima ammessa alla Driver Academy di Maranello. Maya ha saputo mettersi in luce più delle ‘rivalì nel Camp finale di valutazione svoltosi nel quartier generale, atto conclusivo del programma Fia «Girls on Track - Rising Stars», l’iniziativa voluta dalla FIA Women in Motorsport Commission, che intende promuovere l’automobilismo femminile e supportare i talenti più promettenti. Dopo una selezione a livello mondiale, le quattro ragazze giunte alla fase finale - oltre alla Weug, la francese Doriane Pin e le brasiliane Antonella Bassani e Julia Ayoub - hanno affrontato prove che ne hanno messo in luce non solo la velocità pura ma anche il potenziale. Maya ha ereditato la passione per il motorsport dal padre ed è salita su un kart già a sette anni. A Natale 2011 ha ricevuto in dono un kart tutto suo, e da quel momento nulla è più riuscito a staccarla dalle competizioni.

«Ricorderò questa giornata per sempre! Sono fuori di me dalla gioia per il fatto di diventare la prima pilota della Ferrari Academy - le parole di Maya - che mi fa capire che ho fatto bene a inseguire il mio sogno. Darò tutto per dimostrare a chi ha creduto in me che merito di indossare i colori della Academy». «È un momento memorabile nella carriera di Maya - commenta il presidente della Fia, Jean Todt -. Il programma ‘Girls on Track’ è la chiave per il nostro impegno nel supportare la diversità di genere nel nostro sport». «Ô un momento fondamentale nella storia della Scuderia Ferrari e della sua Academy, nata nel 2009 per forgiare i futuri piloti di Formula 1 della nostra squadra - afferma il team principal, Mattia Binotto -. L’arrivo di Maya rappresenta un segno tangibile dell’ impegno della Scuderia per rendere il motorsport sempre più inclusivo».

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Il Messaggero