FIORANO - «Benvenuto a Fiorano. Prego, si accomodi al volante». Non è la prima volta che mi cimento sulla pista del Cavallino, ma stavolta l’occasione...
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Prima impressione: non mi hanno raccontato balle. L’auto è potentissima ma facile da guidare. In RACE rimane un margine di controllo elettronico e puoi dunque osare senza timore di finire fuori. Appena presa confidenza, eccomi a 240 km/h sul rettilineo principale. Staccata, frenata poderosa, scalata in terza e ingresso in curva 1, a destra. La successiva “S” (sinistra-destra in rapida successione) si fa in terza; lo sterzo elettrico dà risposte immediate, precise, senza le (temute) mollezze; insomma, non fa rimpiangere l’impianto idraulico. Puntatina in quarta e poi di nuovo scalata in terza per affrontare la curva a destra che immette sul ponte.
Tutto bene, ma ora attenti: c’è un dosso e la successiva curva a destra non si vede, bisogna arrivarci “al buio” e tuffarsi dentro in terza, stringendo la traiettoria sul cordolo interno e sfiorando quello esterno con le ruote di sinistra. Poi via sulla discesa in quarta; frenatona e scalata in seconda per il tornante a sinistra. L’uscita da questa curva lenta è determinante per affrontare il tratto veloce con le ruote dritte, in modo di arrivare composti alla semicurva a sinistra e affrontare al meglio l’altra semicurva a destra: terza, quarta, quinta, sesta. Il controllo magnetoreologico delle sospensioni e l’aerodinamica svolgono un lavoro eccezionale: il passo corto virtuale, ovvero le ruote posteriori sterzanti, aiutano anche un “pilota della domenica” come il sottoscritto a tenere la belva ben assestata al suolo.
E non è un problema neanche l’ultima curva a sinistra, a raggio lungo, da fare in terza. Un cartello indica che si deve alzare il piede per 100 metri: questione d’inquinamento acustico: il vicinato l’ha preteso. Eppure, per noi, il sound del V12 è una melodia…
Una volta sarebbe stato impensabile guidare senza impacci una Ferrari 12 cilindri con tanta potenza. Invece oggi è quasi un gioco da ragazzi. E lo abbiamo sperimentato non solo in pista, dove ci si sente protetti da vie di fuga e misure di sicurezza al top, ma anche sulle strade di tutti i giorni. Al volante di uno splendido esemplare “Rosso 70 anni”, abbiamo percorso una cinquantina di km nei dintorni di Maranello, riscontrando un unico problema: da queste parti saranno pure abituati da 70 anni, eppure tutti ti guardano. Incantati.
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Il Messaggero