Vergne (Ds): «Non mi pare che la ragione per cui non corriamo a Roma sia la sicurezza: Nesuno ha pensato di non gareggiare più a Monaco»

Jean Eric Vergne
VALENCIA – «Andiamo nel mio ufficio», dice serio Jean Eric Vergne, il solo pilota di Formula E ad aver vinto due volte il titolo. E uno dei pochi che sembra...

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VALENCIA – «Andiamo nel mio ufficio», dice serio Jean Eric Vergne, il solo pilota di Formula E ad aver vinto due volte il titolo. E uno dei pochi che sembra sempre essere in grado di aggiudicarsi un ePrix. L'ufficio del francese, che indossa un paio di jeans grigi e una maglietta nera di “ordinanza” con le insegne della Ds Penske, è un minuscolo container. Si accomoda su una sorta di sedia e sdraio e attende le domande, anche perché non ha molto di meglio di fare: ancora non sa quando potrà infilarsi la tuta e poi scivolare nell'abitacolo della sua monoposto elettrica.

Ti mancherà Roma?

«Sì, è una delle piste più belle della Formula E ed è un peccato che non ci andiamo più»

Molti piloti hanno detto la stessa cosa, ma è una questione di sicurezza.

«A me non pare che la ragione per la quale non corriamo a Roma sia la sicurezza. È la mia opinione personale, sia chiaro, ma ogni pista ha le sue difficoltà. Pensa a Monaco e alla quantità di incidenti che ci sono stati, ma nessuno ha pensato di non tornarci. I rischi fanno parte del motorsport, ci sono sempre».

A quanto pare sempre più gare si correranno nei circuiti fissi...

«Non ne capisco la ragione. Per me il Dna della Formula E è correre nelle strade e andare verso i tifosi, che è l'idea della sostenibilità che porta le corse nei centri per elettrificare le città».

Finora avete girato veramente poco a Valencia.

«Abbiamo avuto solo una mattina. Avevamo un programma impegnativo e una serie di cose da verificare. Abbiamo già avuto alcuni riscontri importanti rispetto alla scorsa stagione per quanto riguarda il software, ma abbiamo ancora molte cose da fare».

I tempi sono già stati molto più bassi.

«È per via del nuovo asfalto, che ha molta più grip».

Cosa ti aspetti alla stagione?

«Di piazzarmi meglio rispetto al quinto posto. Noi faremo progressi, ma dipende da quanto saranno importanti perché nessuno resterà dov'era. I migliori, Jaguar e Porsche, anche loro cresceranno: la domanda è quanto saranno i nostri progressi rispetto ai loro».

Quindi?

«Non voglio suggerire cose irrealistiche: penso sia giusto dire che quest'anno noi saremo gli underdog. Non siamo la scuderia più forte perché la macchina è la stessa come hardware».

L'incendio della batteria di lunedì avrà contraccolpi psicologici?

(Jev ride alla grande e fa finta di tremare) «Le fiamme sono state domate molto in fretta e un solo garage è stato toccato e se guardi all'intero apparato di sicurezza tutto ha funzionato».

Nessun problema, insomma?

«È successo una volta in dieci anni: semmai mi pare che un problema in dieci anni sia da sottolineare positivamente. Sono rimasto impressionato da come è stata gestita la situazione. Un problema in dieci anni, per favore... Non ne farei una storia perché non è veramente successo niente».

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Il Messaggero