Longo: «All'Eur torneremo se i parametri di sicurezza lo permetteranno. Il pit stop per la ricarica rapida sarà la grande novità»

Alberto Longo, il 49enne manager spagnolo che è tra i fondatori della Formula E, campionato del quale è Chief Championship Officer
VALENCIA – Sorridente e rilassato come quasi sempre. Alberto Longo, il 49enne manager spagnolo che è tra i fondatori della Formula E, campionato del quale è...

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VALENCIA – Sorridente e rilassato come quasi sempre. Alberto Longo, il 49enne manager spagnolo che è tra i fondatori della Formula E, campionato del quale è Chief Championship Officer, è a Valencia per i test ufficiali della decima stagione: «Siamo in tutti quei mercati che riteniamo essere i più importanti per la Formula E e per il nostro ecosistema». E con orgoglio aggiunge: «Quello del 2024 è il miglior calendario che abbiamo mai fatto», ma è sottinteso che il migliore in assoluto deve ancora venire. E arriverà.

Sarà il migliore, ma non c'è più Roma.

«Speriamo di tornarci il prima possibile. Le monoposto sono cresciute tecnologicamente molto in fretta e quest'anno abbiamo assistito a un grande incidente. Stiamo valutando altre opzioni in Italia».

Vallelunga o Misano?

(sorride) «L'Italia resta un mercato chiave e abbiamo delle alternative, incluse quelle che hai citato, ma ce ne sono anche altre».

Si possono condividere?

«Non posso farlo perché dovremo decidere entro la prossima decina di giorni o poco più. Una delle soluzioni non riguarda un circuito non permanente, però i tempi sono probabilmente troppo stretti».

L'addio a Roma dispiace a molti.

«Per il momento congedarci dall'Eur è stata la decisione giusta. Puntiamo sempre a offrire uno spettacolo migliore, anche al pubblico italiano e le alternative che abbiamo sono fantastiche e ci consentirebbero anche di avere più pubblico. Però quella dell'Eur è una sorta di pista ammiraglia per la Formula E e ci piacerebbe tornare se i parametri di sicurezza venissero rispettati».

Dopo cinque anni la Formula E torna in Cina, ma su un circuito permanente.

«Fino a pochi mesi fa era ancora vietato organizzare eventi in Cina quindi avevamo una finestra temporale molto piccola per cercare un circuito cittadino. Per noi la priorità era quella di tornare nel paese e con i tempi che avevamo a disposizione una struttura fissa era la sola opzione».

Il futuro della Formula E saranno i circuiti permanenti? Non è snaturare il campionato?

«Continueremo a cercare circuiti urbani, ma l'obiettivo primario è quello di essere nei mercati principali, che interessano non solo alla Formula E, ma chiedono anche i costruttori».

Ci sono 16 gare in calendario: Jakarta è ancora in “sospeso”.

«Vogliamo tornarci, ma quest'anno ci sono le elezioni presidenziali. Non abbiamo cancellato l'evento, abbiamo solo evitato di inserirlo nel calendario: è una differenza semantica e noi continuiamo ad avere contatti quotidiani e lavoriamo per riuscire a inserire Jakarta in ogni modo possibile».

Quando arriva la dodicesima scuderia?

«Condivido con te il fatto che non sarà nel 2024... Seriamente: c'è molto interesse a livello globale, dall'America, dall'Asia».

La decima stagione è quella in cui debutta il pit stop per la ricarica rapida: come sarà?

«Decideremo non appena avremo provato la tecnologia: avremo dovuto farlo qui a Valencia, ma con quello che è accaduto non abbiamo potuto farlo. Probabilmente faremo nuovi test in Messico e se tutto funziona verrà introdotto molto presto».

Il meccanismo?

«Sarà obbligatorio».

Novità sui circuiti?

«Cambierà il tracciato di Berlino. Secondo me quello di Tempelhof nei prossimi anni potrà diventare l'evento con il maggior numero di spettatori nella Formula E».

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Il Messaggero