FE, Günther (Maserati): «Le favorite sono le squadre con i powertrain Jaguar e Porsche. Noi le sfideremo»

Günther (Maserati)
DIRIYAH - Maximilian Günther è il pilota che ha portato il sorriso in casa Maserati, la prima casa automobilistica italiana a impegnarsi nella Formula E. Il tedesco...

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DIRIYAH - Maximilian Günther è il pilota che ha portato il sorriso in casa Maserati, la prima casa automobilistica italiana a impegnarsi nella Formula E. Il tedesco non ha solo contabilizzato due pole e conquistato tre terzi posti, ma ha anche vinto un ePrix, a Giacarta, esattamente 66 anni dopo l'ultimo trionfo in pista del Tridente con una monoposto. Günther aveva chiuso la stagione al sesto posto e ha cominciato quella nuova con una quarta piazza.

Sei sicuramente contento per il quarto posto in Messico, ma quanto ti manca il terzo?

«Purtroppo con l'attivazione del secondo Attack Mode abbiamo perso il podio, ma complessivamente sono veramente molto soddisfatto del risultato. Una buona partenza e parecchi punti. È stato un bel primo fine settimana».

Siete ripartiti quasi da dove vi eravate fermati.

«Mi sento bene, c'è un bel clima nella squadra. Ed è molto bello essere riusciti a portarsi dietro la spinta della seconda metà della scorsa stagione».

Non ci voleva molto per fare meglio rispetto a un anno fa: nessun punto per te nelle prime sei gare, e tre per Edoardo Mortara.

«L'anno scorso le gare in Messico e in Arabia Saudita erano state molto difficili per noi. Abbiamo lavorato e compiuto delle modifiche lontano dalla pista fra una stagione e l'altra. E abbiamo avuto un bel fine settimana all'esordio».

Cosa è cambiato?

«Per Maserati, per noi, il debutto con la Gen3 era stato estremamente difficile. All'inizio del campionato non riuscivamo a centrare le prestazioni. Poi abbiamo reimpostato il lavoro e apportato alcuni cambiamenti e soprattutto nella seconda parte della stagione siamo riusciti a mettere assieme un bel “pacchetto”. È su questa base che abbiamo costruito la nuova stagione. E a Diriyah siamo arrivati più preparati».

Ti descrivono come “l'ingegnere”.

«Caratterialmente sono un perfezionista, che prova a tirare fuori il meglio da se stesso, che vuole migliorare e crescere sempre. Questo vale anche a livello tecnico: quando si lavora con una squadra si prova a contribuire con delle idee per implementare le capacità della macchina. È una cosa molto piacevole e la Formula E, che è molto complessa, offre parecchie opportunità da questo punto di vista. Credo peraltro che sia anche il compito di un buon pilota quello di impegnarsi assieme alla scuderia e motivare tutti».

Con quale risultato saresti deluso?

«Non mi lego mai troppo ai soli risultati. Il mio obiettivo è quello di aggiungere sempre qualcosa nel corso di ogni stagione per diventare un pilota sempre migliore. Vorrei riuscire ogni settimana a ottenere il meglio da ciò che abbiamo a disposizione. Qualche volta questo massimo può essere un ottavo, un nono o un decimo posto, qualche volta anche nessun punto. Ma qualche volta significa la vittoria».

In pratica: su 16 gare, quante devono portare punti?

(ride) «Parecchie, naturalmente. L'obiettivo è quello di essere costantemente davanti e di andare sempre a punti. Quello in Messico è stato un buon inizio, ma noi vogliamo continuare».

Molti dicono che la lotta sarà tra le scuderie con i powertrain Jaguar, Porsche e Stellantis.

«Le favorite secondo me sono le monoposto Porsche e Jaguar, questo loro ruolo per me è chiaro e praticamente anche tutti i piloti delle quattro scuderie possono stare davanti. Però noi, come squadre del gruppo Stellantis (l'altra è la Ds Penske, ndr), siamo in grado di impegnarli a fondo e questo è anche quello che cercheremo di fare. Peraltro mi pare che pure la McLaren (cliente delal Nissan, ndr), di sicuro a Diriyah, sia sempre da tenere d'occhio. Una cosa è pacifica: nella Formula E può succedere di tutto».

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Il Messaggero