Fca, stop produzione fino al 27 marzo in Italia, Serbia e Polonia. Il titolo frena in borsa (-10%)

Una fabbrica Fca
TORINO - Fca e Maserati sospenderanno temporaneamente la produzione nella maggior parte dei loro stabilimenti produttivi in Europa fino al 27 marzo. La decisione rientra tra le...

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TORINO - Fca e Maserati sospenderanno temporaneamente la produzione nella maggior parte dei loro stabilimenti produttivi in Europa fino al 27 marzo. La decisione rientra tra le misure in risposta all'emergenza Coronavirus. Chiuderanno in Italia Melfi, Pomigliano, Cassino, le carrozzerie di Mirafiori, Grugliasco e Modena; all'estero le fabbriche di Kragujevac in Serbia e Yychy in Polonia. La sospensione della produzione - spiega Fca in un comunicato - consente al Gruppo di rispondere efficacemente all'interruzione della domanda del mercato garantendo l'ottimizzazione della fornitura.


In particolare, la sospensione della produzione viene attuata in modo tale da consentire al Gruppo di riavviare la produzione tempestivamente quando le condizioni del mercato lo consentiranno. Fca - ricorda la società - ha deciso di propria iniziativa di apportare modifiche ai processi di produzione in diversi impianti, tra cui l'aumento della distanza tra i dipendenti nelle stazioni di lavoro. Ha inoltre aumentato gli interventi di pulizia e igienizzazione in tutte le strutture, oltre ad aver apportato ulteriori migliorie a tutela della sicurezza dei dipendenti. Sono stati applicati rigorosi controlli e misure di sicurezza nelle mense e all'accesso di visitatori esterni a tutti i siti del Gruppo. Negli uffici, la società ha accelerato la diffusione del lavoro in remoto (smart working), un'opzione ora ampiamente disponibile per i dipendenti in tutto il mondo.

Il Gruppo utilizzerà queste sospensioni produttive per attuare revisioni dei processi di produzione e controllo qualità a beneficio dei propri clienti e della produttività complessiva. Il Gruppo sta lavorando con i propri fornitori e partner affinché, nonostante la sospensione produttiva, gli stabilimenti possano raggiungere i livelli di produzione totali precedentemente pianificati nel momento in cui riprenderà la domanda da parte del mercato.


Questa mattina alla riapertura della Borsa sono 20 i titoli congelati per eccesso di ribasso in Piazza Affari, dove è caduto il veto della Consob alle vendite allo scoperto. Con quasi metà del listino fermo l’indice Ftse Mib lascia sul campo l’8% a 14.666 punti. Il peggiore è Stm (-215%), preceduto di poco da Intesa (-9,17%) riammessa agli scambi, mentre lo spread tra Btp e Bund sale a 254 punti. Ferma per eccesso di volatilità Fca (-10,5% teorico), che ha annunciato la chiusura delle fabbriche in Europa. Stop anche per Eni (-7% teorico), su nuovi minimi di sempre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero