Fca, GM e Ford sospendono la produzione in Nord America. Manley: «Stop in accordo con sindacato UAW fino alla fine di marzo»

Mike Manley, ceo di Fca
DETROIT - «In collaborazione con la United Auto Workers (UAW) e dopo aver ascoltato le preoccupazioni delle nostre persone, abbiamo deciso di sospendere la produzione nei...

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DETROIT - «In collaborazione con la United Auto Workers (UAW) e dopo aver ascoltato le preoccupazioni delle nostre persone, abbiamo deciso di sospendere la produzione nei nostri stabilimenti in Nord America, a partire progressivamente da oggi e fino alla fine di marzo. Durante il periodo di sospensione produttiva, la Società implementerà azioni per facilitare le misure concordate dalla task-force congiunta tra la UAW e i costruttori. Durante questo periodo, che valuteremo nuovamente alla fine di questo mese.


FCA apporterà interventi alle attività produttive per facilitare i cambiamenti concordati con la UAW, tra cui strutture e orari dei turni e interventi di igienizzazione intensificati» si legge in una nota diffusa da Fca ieri in tarda serata. Mike Manley, Amministratore Delegato di FCA, ha così commentato la decisione: «In collaborazione con la UAW, e dopo aver visitato molti dei nostri stabilimenti ieri, dobbiamo assicurarci che i nostri dipendenti si sentano sicuri sul posto di lavoro e che tutte le misure possibili siano adottate per garantire la loro protezione. Continueremo a fare ciò che è giusto per le nostre persone durante questo periodo di incertezzà.

Mentre ci concentriamo sulla salute e sicurezza dei nostri lavoratori stiamo anche valutando l’impatto sulla nostra attuale guidance finanziaria di tutte le misure assunte all’interno della società e delle condizioni macroeconomiche collegate all’emergenza Coronavirus. Forniremo un aggiornamento sulla nostra guidance finanziaria quando avremo completato tale valutazione ed avremo sufficiente visibilità sulle condizioni di mercato». 

Anche General Motors e Ford, le altre due case automobilistiche americane, hanno deciso di fermare la produzione nord americana. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero